Autoritratto non finito a mezzobusto del pittore Odorico Politi, colto di tre quarti verso destra in un momento di pausa dal suo lavoro. La figura, sufficientemente definita, ha i capelli folti e mossi con vistose favorite. Indossa una vestaglia da lavoro amaranto sopra un vestito completo con giacca nera e farfallino del medesimo colore. Il gomito sinistro che regge la tavolozza è appoggiato ad un tavolo in legno. Si intuisce, appena disegnato, il dipinto al quale sta lavorando: un abbozzo di nudo di cui non appare facilmente distinguibile il soggetto. L'accenno di fondale non presenta oggetti o mobili ed è reso con un marrone neutro.
L'autoritratto ripresenta, in modo puntuale, in formato maggiore e a distanza di qualche anno, una sua prima autorappresentazione attualmente ai musei del Castello di Udine. Verso il 1840 il pittore era titolare di una contestatissima docenza all'Accademia di Venezia, di cui parlerà amaramente nelle sue memorie polemiche intitolate "Le mie persecuzioni". La datazione del dipinto è quindi desumibile dall'età dell'effigiato, dall'ufficialità del tema e dalle convenzioni simboliche attinenti la resa del "ritratto d'artista", nonché dal confronto con il modello originale del dipinto sopra citato.
Bergamini G., Per una storia del ritratto pittorico nel Friuli-Venezia Giulia. Dalla metà del Seicento alla metà dell'Ottocento, in Più vivo del vero. Ritratti d'autore del Friuli Venezia Giulia dal Cinquecento all'Ottocento, Cinisello Balsamo (MI) 2003
Bergamini G., I Musei del Castello di Udine. La Galleria d'Arte Antica. La Pinacoteca, Udine 1994
Mazzocca F., Schede, in Il Veneto e l'Austria. Vita e cultura artistica nelle città venete 1814-1866, Milano 1989