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sulla sommità del coperchio: BREVETTATA/STELLA
Oggetto dal corpo cilindrico, composto da due parti unite ad incastro e ben fissate tra loro tramite una staffa metallica (la base inferiore costituisce la camera di combustione dov'è contenuto il carburo di calcio, la metà superiore funge da coperchio e contiene l'acqua che va stillata gradualmente nella camera di combustione). La staffa mettallica è saldata, con due viti, a circa metà dell'altezza dell'oggetto e all'estremità superiore, internamente, presenta un incavo per l'alloggiamento del gancio di chiusura, garantito da una robusta rotella avvitabile posta sul coperchio della lampada. Sempre su questo, sono collacati l'ugello per la fuoriuscita della miscela di combustibile ed ossigeno (quindi per la produzione della fiamma) e due valvole regolabili per la combinazione della miscela e per la fuoriuscita dell'acetilene. L'oggetto è munito, alla sommità della staffa di chiusura, di un gancio ad uncino per la sospensione dell'utensile.
produrre una fiamma per illuminare gli spazi di lavoro (sotterranei?)
Dopo aver riempito parzialmente la camera di combustione con acqua e carburo di calcio (che per reazione chimica producono acetilene), la fuoriuscita della sostanza infiammabile viene regolata manualmente con la rotazione di una delle due valvole laterali.
La targhetta è presente solo sull'oggetto n. inv. 140
Zin L., La forza del Cellina: storia degli impianti che illuminarono Venezia, Venezia 1988