Raimondi Marcantonio, XVI

Oggetto
stampa smarginata di riproduzione
Soggetto
presentazione di Gesù al tempio
Autore
Raimondi Marcantonio (1482 ca./ 1534 ca.) - incisore
Dürer Albrecht (1471/ 1528) - inventore
Cronologia
1505 ca - 1506 ca
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure foglio
mm - altezza 287, larghezza 210
Codice scheda
S_8582
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

La stampa appartiene alla serie di diciassette bulini che Marcantonio Raimondi copiò dalle xilografie della "Vita della Vergine" di Albrecht Dürer. L'artista tedesco aveva disegnato e fatto intagliare la serie della Vita della Vergine, composta da venti incisioni xilografiche, in due momenti successivi, pubblicandole in volume nel 1511 con i testi poetici in latino del monaco benedettino Benedictus Chelidonius sul verso. Il frontespizio fu l'ultimo ad essere eseguito; due delle immagini della serie dureriana, Morte della Vergine e Assunzione e Incoronazione della Vergine recano la data del 1510, mentre le restanti diciassette incisioni, non datate, tra cui la Nascita della Vergine e la Presentazione di Gesù al tempio erano state già stampate e divulgate tra il 1502 e il 1505 all'incirca, o forse già a partire dal 1500. La serie copiata da Marcantonio Raimondi non comprende le due xilografie che Dürer realizzò per ultime; pertanto, il 1510 viene a costituire il termine ante quem per l'impresa incisoria del maestro italiano. Si ritiene, perlopiù, che Marcantonio Raimondi avesse eseguito le diciassette copie a bulino verso il 1505-1506, anche se non costituisce prova in proposito la data 1506 visibile nell’ “Annunciazione” e nell’ “Adorazione dei Magi” della serie da lui incisa, giacché essa viene giudicata dalla critica un’apposizione settecentesca. Secondo le notizie che dà Vasari nella “Vita di Marcantonio Bolognese e d’altri intagliatori di stampe” Dürer avrebbe fatto causa a Marcantonio, chiedendo giustizia al senato veneziano, perché Raimondi aveva copiato a bulino le sue xilografie, mantenendo anche la sigla AD del maestro. La presenza del monogramma di Dürer su tutte le diciassette lastre non deve far pensare che da parte di Marcantonio fosse intenzionale la contraffazione, né così doveva essere inteso da Vasari dal momento che, come è stato evidenziato, il verbo “contrafare” usato da Vasari non aveva connotazione negativa. Il fatto narrato da Vasari, non suffragato da documentazione, viene però ritenuto inattendibile o quantomeno da ridimensionare; per di più, nel riportare la vicenda, lo storico aretino cita la serie xilografica della “Piccola Passione” anziché quella della “Vita della Vergine”, intorno cui la questione era invece senz’altro sorta, come ormai unanimemente riconosciuto.

BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011