Museo dell'arte e civiltà contadina di Andreis, etnografico

Museo dell'arte e civiltà contadina di Andreis

Localizzazione
Andreis (PN)
Ex palazzo comunale
Denominazione
Museo dell'arte e civiltà contadina di Andreis
Tipologia
etnografico
Sistema museale
Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane

Il Museo dell’Arte e civiltà contadina di Andreis si propone la salvaguardia e la valorizzazione della memoria storica e del patrimonio della cultura materiale della comunità locale. Inaugurato nel 1981, dopo anni di raccolta e di classificazione degli oggetti, è ospitato al primo e secondo piano dell’edificio dell’ex Municipio, dove attraverso ricostruzioni di ambienti e sezioni tematiche, realizzate grazie alle numerose donazioni di privati, conserva ed espone reperti rappresentativi della vita e del lavoro quotidiani di questa piccola comunità della Valcellina dalla fine dell’800 alla metà del secolo successivo. Dall’ambiente della cucina della casa andreana si passa a quello della fucina del fabbro, alla riproposizione delle attività agro-silvo-pastorali legate alla sussistenza quotidiana, al lavoro domestico delle donne fino alle produzioni artigianali peculiari di Andreis.

Dalla catalogazione all'inventario

La catalogazione, svolta negli anni 2004-2005, ha riguardato tutti i manufatti del Museo, ad eccezione dei manufatti tessili, divenendo l’occasione per redigere l’inventario dei beni. Fondamentale nel lavoro di studio degli oggetti è stato il ricorso alle fonti orali. Gli informatori locali, individuati per la loro esperienza, hanno consentito infatti di documentare le tecniche di mestieri ormai scomparsi, le modalità di realizzazione e di utilizzo dei vari strumenti e prodotti finiti, “saperi” altrimenti destinati all’oblio. Grande attenzione è stata dedicata al rilevamento delle denominazioni locali degli oggetti al fine di consentire la registrazione nella scheda della terminologia della parlata friulana di Andreis, sempre più a rischio di scomparsa. Sono stati catalogati circa 450 beni raggruppati in sezioni tematiche: si segnalano in particolare gli arredi e le suppellettili della cucina tipica di Andreis, cuore della casa, con al centro il focolare fatto di pietre poste direttamente sul pavimento. Altra sezione riguarda le attività domestiche delle donne, con l'analisi degli strumenti per la lavorazione della lana e degli scarpets, calzature di pezza, con la suola costituita da vari strati di stracci, spesso riciclati e cuciti insieme, realizzate dalle scarpettaie. Attenzione particolare è stata dedicata a quelle attività tipiche di una comunità alpina, come la fienagione, il lavoro del malgaro, con la trasformazione del latte in malga, e del boscaiolo. Sono presenti poi gli attrezzi e i prodotti finiti dei lavori artigianali in cui gli Andreani erano abili maestri. Tra questi si ricordano la lavorazione del legno rappresentata da scatole decorate realizzate in legno di betulla, marchi per burro e collari per animali variamente intagliati dai malgari nei lunghi periodi dell'alpeggio, cucchiai (sedòns) venduti nei mercati di pianura o dagli ambulanti all'estero, insieme alle tabacchiere in osso e in legno e ai pettini in osso, trasportati nei tipici armadi da spalla. Di grande interesse si è rivelata la produzione degli zoccoli (palòtes e dalmenes), calzature in legno dalle diverse tipologie, a volte attrezzate con ramponi per i percorsi su neve e ghiaccio. Non si sono trascurati gli oggetti che testimoniano i vari riti dell’anno, dalle maschere lignee del Carnevale, ai riti della Pasqua: notevoli risultano le grandi raganelle (cràceles) utilizzate durante la Settimana Santa in sostituzione delle campane. Infine si è catalogata una piccola raccolta di giochi per bambini: giocattoli di legno e di pezza, nonché miniature di mobili mirabili per l’abilità artigianale di costruzione.

BIBLIOGRAFIA

Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Pordenone. Museums and Collections in the Pordenone Province, Pordenone 2012

Come arrivare