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I bozzoli passavano all’essiccatoio per ucciderne la crisalide. In filanda venivano scelti e messi a bollire in acqua a 70 °C facendo calare su di loro una spazzola circolare, la scopinatrice, che favoriva il disciogliersi della sostanza fissante usata dal baco per costruire il bozzolo; al termine la massa di filo veniva messa nella bacinella dove la filatrice individuava il bandolo e lo accostava a delle rotelline, da qui giungeva all’aspo che lo avvolgeva in matasse.
La nuova filanda a vapore affacciata su Via Carducci è un complesso formato da un grande fabbricato a pianta rettangolare in linea, lungo 73 metri e largo 9, disposto su 3 livelli; e da un corpo a pianta rettangolare addossato a Sud con accanto la ciminiera. La Filanda ha pilastri in c. a., strutture verticali in c. a. e muratura in laterizio intonacata; strutture orizzontali in c. a., laterizio e acciaio; il tetto è a falde con manto in coppi su struttura di sostegno in legno e ferro. I prospetti, lineari, sono scanditi al p. 1 da ampie aperture ad arco ribassato che garantivano luce e areazione alla sala dove erano collocate le bacinelle; al p. t., coperto a volta, da piccole finestrature rettangolari intercalate da 4 grandi sottoportici, chiusi da vetri, ad arco ribassato che consentivano l’accesso al retro dell’edificio dove era collocata la caldaia a vapore e dove ancora svetta la ciminiera.