Il complesso è immerso in un rigoglioso parco compreso tra il fiume Stella e le rogge Patisce e dei Mulini, in prossimità del piccolo borgo rurale di Sterpo. Il corpo dominicale è affiancato da una cappella e da alcuni edifici rustici, uno dei quali, si racconta, era sede del tribunale della giurisdizione. La villa ha pianta rettangolare e si eleva su tre piani con sottotetto. La facciata è tripartita dalla presenza della torre centrale aggettante e leggermente rialzata, caratterizzata da un’unica linea di aperture poste in asse con il ponte e il vialetto di accesso. Le aperture sono rettangolari e disposte secondo un ritmo regolare. Non vi sono elementi decorativi di rilievo a eccezione del cornicione affrescato che pone in evidenza la fascia del sottotetto e le piccole aperture ellittiche. La torre è affiancata da due ali laterali alle quali sono annessi dei volumi più bassi in uso alla servitù. Anche la cappella dominicale che si affaccia sul giardino è stata costruita in prossimità di uno degli antichi torrioni del castello conservandone in tal modo una parte. La chiesa è dedicata a San Girolamo e venne rimaneggiata più volte sino al periodo neoclassico. La facciata presenta un pronao formato da quattro colonne doriche, precedute da tre gradini, che reggono un frontone triangolare. Al di fuori del complesso della villa si trova un’altra torre risalente al XVI secolo, a pianta quadrangolare e rimaneggiata nel corso del Seicento. Il parco che circonda la villa è di dimensioni molto vaste, ha la forma di un fuso e presenta variazioni altimetriche legate alla storia del sito un tempo fortificato: le collinette erano infatti i punti di guardia del maniero.
Sterpo era sede di un feudo attribuito, probabilmente dai conti di Gorizia, a Ditalmo e Asquino di Varmo; nel 1335 venne concesso a Martino della Torre, e nel 1337, dopo l’investitura di Federino della Torre, fu edificato il castello. Nel corso del Cinquecento il maniero venne ceduto da Febo e Giovanni della Torre ad Albertino da Colloredo. Rimase di proprietà dei nobili Colloredo fino al 1959, anno in cui venne acquistato dalla famiglia Venier. Nel corso del Settecento, per dimostrare la potenza della famiglia e seguire le mode dell’epoca, il castello venne trasformato in villa cercando di seguire gli schemi tipici veneti. Il maniero venne quasi completamente distrutto e fu conservata solo un’antica torre divenuta poi centro della nuova villa.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005
Zoppè L., Ville del Friuli e della Venezia Giulia, Milano 2000