Chiesa del Santissimo Redentore, Palmanova

Localizzazione
Palmanova (UD)
Oggetto
chiesa
Denominazione
Chiesa del Santissimo Redentore
Uso storico
culto
Uso attuale
culto
Codice scheda
A_684
Iscrizioni

corpo principale

Il Duomo di Palmanova sorge nella piazza esagonale della città-fortezza, in posizione leggermente rialzata, con orientamento est-ovest; ha pianta ad aula rettangolare con un'unica navata e zona presbiteriale, affiancata da due cappelle laterali, conclusa da un abside semicircolare. Il presbiterio e le cappelle hanno un’altezza inferiore rispetto all’aula e un volume ridotto. Sul lato meridionale è posto, accanto alla cappella, un vano di servizio; sul lato settentrionale si trovano diversi corpi di fabbrica, di varie volumetrie: l’ampia sacrestia, il sacrario, un locale di disbrigo e un corpo di fabbrica che funge da atrio di ingresso con annesso locale utilizzato come cappella feriale. Accanto alla facciata e aderente ad essa si erge la torre campanaria, poco sviluppata in altezza, dal fusto quadrato con orologio. Il prospetto principale, in pietra d’Istria (bianca e grigia), è tripartita da due ordini di semicolonne, quelle del primo ordine doriche, slanciate, con basi poggianti su un alto basamento; quelle del secondo ioniche; una fascia orizzontale divide i due ordini; una cornice chiude superiormente la composizione e sostiene il semplice timpano triangolare. Le semicolonne e le cornici partiscono la facciata in sei campi; in quello centrale inferiore trova posto il portale con colonne doriche su alto basamento, trabeazione e timpano curvo e cartiglio sovrastante; in ciascuno di quelli inferiori laterali, vi sono due porte con piedritti e timpano triangolare e targhe dedicatorie al di sopra di ciascuna di esse. Nei campi del secondo ordine sono alloggiate le tre statue dei santi patroni (Cristo Redentore, San Marco e Santa Giustina) entro nicchie con riseghe e cornici che inquadrano l’archivolto. Nel timpano si vede, in posizione centrale, un oculo cieco, con ghiera modanata in pietra grigia, con la statua bronzea del leone di San Marco e, ai due lati, due stemmi di Provveditori veneti. I prospetti laterali sono molto semplici, privi di ornamenti; solo sul lato meridionale si apre un’entrata secondaria sormontata da un timpano spezzato. Anche all’interno l’aula è ritmata da due ordini di paraste, doriche e ioniche, con un alto cornicione centrale e una pesante cornice di coronamento che ne marcano il perimetro. Nell’ordine inferiore, le paraste inquadrano delle nicchie arcuate poco profonde con finestre a lunetta; nell’ordine superiore, cinque finestre termali. Nelle campate centrali della chiesa trovano posto, su pareti contrapposte, l’organo e il pulpito ligneo e, posizionate al di sotto, le due porte d’ingresso laterali. La zona presbiteriale, sopraelevata di cinque gradini e conclusa da abside semicircolare coperta da semicalotta, si apre sull’aula con un arco a tutto sesto; ha pareti laterali, decorate con affreschi, ritmate da lesene e cornici; soffitto con volta a botte con lunette, anch’esso affrescato. Le cappelle ai lati del presbiterio si aprono verso l’aula con arcate di minor ampiezza e sono illuminate da finestre termali che trovano posto nella parete di fondo. La controfacciata ripropone il motivo delle arcate a tutto sesto, nel registro superiore, al centro, la più alta, in quello inferiore, le due laterali più basse. L’aula della chiesa presenta una copertura a capriate a vista decorate, realizzate con legno di larice proveniente dalla Slavonia.

Il 13 aprile 1603 il Provveditore Generale Girolamo Cappello pone la prima pietra della chiesa, il cui progetto è da attribuirsi, con ogni probabilità, all'Ufficio delle Fortificazioni di Venezia, che si occupava della progettazione di tutti gli edifici pubblici della città-fortezza. Dopo la posa della prima pietra, i lavori per la fabbrica del Duomo sono interrotti a causa di difficoltà finanziarie, vertenza tra Venezia e la Santa Sede e contrasti giurisdizionali con il Capitolo di Aquileia. Nel corso del 1615 i lavori per la costruzione della chiesa vengono riavviati. Nei due anni successivi si completa la parte settentrionale dell’edificio con il presbiterio, l’abside e le due cappelle laterali. Ne 1619 i lavori subiscono un nuovo arresto a causa di un cedimento strutturale che provoca l’inclinazione della facciata verso l’interno, uno sbandamento del muro di destra e la comparsa di crepe negli archi del coro. Le parti pericolanti vengono puntellate e da Venezia vengono inviati alcuni architetti di fama per cercare di salvare la struttura. Il disaccordo riguardo le soluzioni da attuare (suddivisione dell'aula in tre navate, posizionamento di contrafforti dietro la facciata, abbattimento dell'edificio e riedificazione) per ovviare ai danni subiti con il cedimento delle strutture provoca una nuova stasi nei lavori. Alla fine, il Senato si rimette al giudizio espresso nella relazione dal proto Iseppo Cavriolo ed intima al Provveditore Francesco Pisani di provvedere alla realizzazione del coperto della chiesa; nel 1636 l'opera può dirsi conclusa. Tra il 1637 e il 1639 viene posato il pavimento in quadretttoni di cotto, alternati nei colori giallo e rosso, sostituiti nel 1846 da lastre di pietra grigia e nera. Nel 1638, infine, il Provveditore Generale Bertucci Valier fa costruire, sul lato meridionale della chiesa, la sacrestia con volta a crociera, e l’annesso sacrario. Nel 1645 la torre campanaria, fino a quel momento costituita da una struttura lignea, viene rafforzata con due pilastri in cotto e assume un carattere più stabile. Solo nel 1776 la torre viene sottoposta ad un rifacimento radicale: la struttura viene rafforzata e unita al muro della chiesa.

Edificio ad aula rettangolare con presbiterio affiancato da due cappelle laterali e abside semicircolare, murature in elevazione miste, facciata principale rivestita in pietra, tetto dell'aula a capanna a due falde, della zona presbiteriale a tre falde e delle cappelle laterali a una falda; struttura della copertura dell’aula con capriate lignee, del presbiterio e delle due cappelle laterali in mattoni laterizi.

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BIBLIOGRAFIA

Del Frate G., Il duomo di Palmanova, Udine 2006, 17

Damiani P., Il Duomo di Palmanova., Palmanova (Ud) 1996

Zocconi M., Il progetto del Duomo di Palmanova, in La Panarie, Udine 1980, a. 13, n. 48 (giugno)

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