Monastero di Santa Maria in Valle, Cividale del Friuli

Localizzazione
Cividale del Friuli (UD)
Oggetto
convento
Denominazione
Monastero di Santa Maria in Valle
Autore
Colussi Francesco (notizie 1744-1801)
Ambito culturale
maestranze friulane
Uso storico
convento
Uso attuale
espositivo
Codice scheda
A_923

In epoca medievale la rilevanza del monastero nell’ambito delle istituzioni ecclesiastiche fu tale da divenire sempre più oggetto di privilegi e donazioni che contribuirono ad accrescerne potere e prestigio, favorendo la crescita monumentale del Monastero che ebbe ampio sviluppo soprattutto tra Cinquecento e Settecento, portando il complesso alla configurazione attuale, con gli edifici di culto e gli spazi monastici distribuiti attorno al grande chiostro centrale. Sotto la badessa Gisla de Pertica (1242-1251) le fonti attestano diversi interventi di ricostruzione o risistemazione nel monastero che interessarono la creazione di un nuovo dormitorio e alcuni lavori nel Tempietto e nella chiesa di San Giovanni. Nel XV secolo vari lavori dovettero interessare il convento, con la ricostruzione nel 1431 del chiostro e con l’erezione, nel 1497, di una “fabrica cum culumnis qui videtur erecta Porticis”, forse da identificare nel lato orientale dell’odierno chiostro. Nel Cinquecento altre parti del monastero vennero rinnovate ed ampliate, in particolare in seguito al terremoto del 1511. Vi furono una serie di interventi nell’area sud-occidentale e lungo il fronte di via Monastero Maggiore che portarono alla definizione dell’attuale complesso monumentale. Nel 1522, per impulso della badessa Relinta Formentini Cusano, fu realizzato un nuovo ingresso di fronte alla chiesa di San Giovanni. Tra il periodo rinascimentale e il XVIII secolo i continui lavori di sviluppo delle strutture del monastero, soprattutto verso oriente, condussero l’impianto ad occupare tutta l’area che si sviluppa sull’attuale via Monastero Maggiore, lungo la sponda del Natisone, da Piazza San Biagio e da porta Brossana sino a giungere ad occidente all’altezza del Duomo. Molto significativa risulta la fase di trasformazione settecentesca che interessa i primi decenni del secolo quando, sotto la direzione del capomastro Luca Andrioli, molte parti del monastero furono oggetto di ricostruzioni, ampliamenti, sopraelevazioni; fra queste le parti del “dormitorio”, del refettorio e della chiesa di San Giovanni.

BIBLIOGRAFIA

Tavano S., Il Tempietto longobardo di Cividale, Udine 1990

L'Orange P./ Torp H.P., Il tempietto longobardo di Cividale, Roma 1977, VII/1

L'Orange P./ Torp H.P., Il tempietto longobardo di Cividale, Roma 1977, VII/1

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