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Il corpo centrale dell'edificio, preceduto dalla corte d'onore delimitata da edifici rustici, è affiancato da due ali laterali più basse. Sull'antica strada per Savorgnano si trovano l'oratorio e il piccolo giardino attorniato da statue grottesche di incerta origine, mentre la parte posteriore della villa è abbellita dal parco e da un laghetto formato dalle acque della Roggia Cividina. La villa è a pianta rettangolare su tre piani più seminterrato, con tetto a padiglione. Presenta ampie scalinate di accesso al piano rialzato, su entrambi i lati, dotate di terrazza balaustrata. Le ali sono arretrate e allineate con la facciata posteriore della villa. Quella a Nord è stata allungata forse all'inizio del XX secolo. Mura di cinta merlate in pietra, su strada. Le aperture, rettangolari con semplici cornici in pietra, hanno dimensioni decrescenti e scandiscono ritmicamente il fronte che ha il suo culmine compositivo nel portale d’ingresso posto sull’asse distributivo centrale. Si tratta di un portale arcuato, sui cui stipiti è impostato un fregio con fasce in aggetto e risulta essere, insieme alla scalinata, l’unico elemento architettonico di un certo rilievo. Il prospetto è inoltre scandito, orizzontalmente, da fasce a marcapiano in pietra che cingono tutto l’edificio padronale, donando omogeneità alla composizione. La disposizione delle sale interne ricalca il modello veneto grazie alla presenza del grande salone passante a doppia altezza con balaustre, dove un tempo si tenevano spettacoli. La Chiesetta di Sant'Eurosia, ora dell'Annunziata, forse della fine del XVII secolo (già dal 1702 è segnalata in documenti delle visite pastorali con il titolo di chiesa di San Francesco), è a navata unica e presenta sulla facciata la porta e due finestre incorniciate e sormontate da profilo orizzontale modanato. Una finestra semicircolare è posta in asse alla porta di ingresso. Il timpano triangolare con piccolo oculo, è sormontato da campaniletto a vela. Bugne angolari in pietra sugli spigoli verso strada.
La villa risale alla fine del Seicento ed ha subito delle modifiche e ristrutturazione nei secoli XIX e XX. Fu realizzata dalla famiglia degli Alpruni di Borgo Valsugana e poco dopo ceduta agli Antivari. ll periodo di maggior splendore della residenza si ebbe nell’Ottocento, quando la villa venne ristrutturata, modificando in parte l’assetto originario, per opera dei Lampertico e divenne lieta residenza per ospiti importanti, quali per esempio il senatore Fedele Lampertico, lo scrittore Antonio Fogazzaro e il poeta Giacomo Zanella. Vincolata dal 1961, ha subito notevoli distruzioni durante le guerre e moltissimi danni strutturali dopo il devastante terre- moto del 1976, cui è seguita una completa opera di restauro.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005
Zoppè L., Ville del Friuli e della Venezia Giulia, Milano 2000