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L'edificio sorge vicino alla strada principale del paese, in posizione sopraelevata. La chiesa è raggiungibile da un sentiero a gradoni che si inerpica sulla collina e conduce al prospetto meridionale dell'edificio. La costruzione, in stile gotico-carinziano, è in pietra intonacata, con copertura in scandole di legno. Essa presenta una planimetria molto semplice, ispirata ai modelli dell'architettura religiosa della zona: un'aula rettangolare, preceduta da un portico d'ingresso, e abside poligonale, in questo caso rinforzata all'esterno da quattro bassi contrafforti. Addossata al presbiterio, sul lato meridionale, si trova la torre campanaria, a base quadrata, con monofore ad arco a pieno sesto e cuspide, a pianta ottagonale, con manto in scandole. La facciata, a capanna, presenta un portale a sesto acuto con profilo modanato e un piccolo oculo centrale, collocato subito al di sopra del portico. Quest'ultimo, chiuso da un basso muretto sul lato ovest, è sorretto da due pilastri angolari a L; la copertura è a tre falde con travature lignee e manto in scandole. L'interno, affrescato, è illuminato da un’unica finestra rettangolare che si apre nel prospetto meridionale, e presenta un soffitto piano. Il presbiterio, che si apre (affaccia) sull'aula tramite un arco a tutto sesto, è coperto da una volta con nervature ed è illuminato da tre finestre ogivali strombate. In controfacciata si trova la cantoria lignea, cui si accede da una scala in legno. La pavimentazione dell'aula è in lastre quadrate di pietra disposte a losanga. Le pareti dell'aula e dell'abside sono dipinte con affreschi di soggetto biblico o agiografico, talvolta sovrapposti in più strati, particolarmente interessanti dal punto di vista artistico: Fuga in Egitto - purtroppo molto deteriorata -, Martirio di San Sebastiano, Strage degli innocenti, una pregevole Adorazione dei Magi e la raffigurazione di un gruppo di pastori che osserva, le mani giunte e lo sguardo rivolto verso l’alto, l’angelo con il cartiglio annunciante la nascita di Gesù. Nel soffitto dell'aula vi è un modesto affresco del XIX secolo con la Sacra Famiglia e i Santi Giovanni Battista, Anna, Gioacchino e Giovanni Evangelista. Nella cantoria si conservano i resti dell'antico organo del Santuario del Monte Lussari.
Le notizie certe e documentate che riguardano la chiesa di Santa Dorotea di Camporosso sono scarse e inesistenti gli studi che abbiano per oggetto le vicende storiche ed artistiche dell'edificio. La costruzione della chiesa si può ascrivere presumibilmente all'XI secolo (1007 o 1017). Certamente, nel Quattrocento la chiesa è arricchita da un pregevole ciclo di affreschi, realizzati all'inizio del secolo e, in parte coperti, da nuove decorazioni eseguite alla fine dello stesso secolo o, forse, agli inizi del Cinquecento. Nei secoli l'edificio ha subito più ristrutturazioni; a uno di questi interventi si riferisce, forse, la data presente sulla parete nord del campanile (1665). Alla fine del Settecento, all'interno dell'edificio, viene realizzato l'altare in marmi policromi. I lavori più recenti sono riferibili agli anni successivi al terremoto del 1976, quando la struttura della chiesa viene consolidata; al 2009, allorché viene compiuto un primo sondaggio sugli affreschi delle pareti per verificare l'esistenza di eventuali palinsesti, e al 2013, anno in cui viene avviato un intervento per mettere in luce la pittura parietale raffigurante l'Adorazione dei Magi.
Bergamini G., Appunti sull'arte sacra della Val Canale, in Tarvis, Udine 1991
Tarvisiano, Il Tarvisiano, Tolmezzo (UD) 1974