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Il corpo padronale si eleva su tre piani con sottotetto e presenta la facciata principale tripartita. La parte centrale è caratterizzata da una loggia di ingresso al p.t. sormontata da due ordini di tre aperture ad arco. Le finestre sono incorniciate in pietra e hanno delle cimase che nobilitano il primo piano. Piccole aperture rettangolari illuminano il sottotetto e accentuano l’orizzontalità del fronte che si conclude con un cornicione dentellato. Il prospetto posteriore della villa è caratterizzato da un loggiato su tre ordini, delimitato da cinque ampie arcate per piano che, al piano nobile, sono chiuse da vetrate. Dal corpo padronale si sviluppano perpendicolar- mente due barchesse che determinano la disposizione planimetrica a “U” formando una corte centrale con giardino. Le barchesse sono costituite da due piani e le aperture del primo piano riprendono, sul lato verso la corte, le arcate delle logge. L’ala destra si conclude con una zona absidata nella quale si trova la cappella di Santa Cecilia, in precedenza dedicata a San Giorgio. Sull’altare una pala del Seicento, perfettamente conservata, raffigura la Madonna col Bambino con alla destra santa Cecilia e santa Rosa da Lima o santa Barbara, mentre a sinistra sono rap-presentati sant’Andrea, sant’Antonio e, più in basso, san Francesco Saverio. Sul soffitto sono raffigurati degli angeli; sul fondo un piccolo matroneo è decorato con un motivo che rappresenta una balaustra. Sul retro della villa è presente un giardino geometrico, a lato un parco ottocentesco. Numerose statue sono situate lungo un viale che collega la villa alla proprietà terriera circostante. In prossimità della villa il viale si sdoppia formando un anello attorno ad un giardino contornato da importanti vasi in terracotta. Il complesso comprende anche numerosi edifici rustici, che formano delle corti, costruiti in fasi successive e ancora oggi sede dell’attività agricola. All'interno della villa si conservano alcuni caminetti in pietra.
Angoris, località della campagna a sud di Cormons, sviluppata attorno alla villa, lega la sua origine alle vicende dell’imperatore Ferdinando III, che nel 1644 donò trecento campi a Locatello Locatelli barone di Eulenberg e Schönfeld, come premio per i suoi servigi prestati durante le guerra. Il nome della località Langoris è un toponimo che deriva dal basso latino “longória”, ossia campo lungo, poi italianizzato, con regio decreto nel 1923, in Angoris. La villa fu costruita nella prima metà del Settecento, sopraelevata di un piano e notevolmente modificata nell’Ottocento. Da una visita pastorale del 9 aprile 1753 dell’arcivescovo Attems, risulta annessa alla residenza una chiesa extra oppidum, dedicata a tutti i santi protettori contro le tempeste e le avversità. Nel 1811, come attestato da documenti, la villa era utilizzata come casa di vacanza ed era di proprietà del barone Giorgio Locatelli, ultimo podestà austriaco di Cormons. Durante la I guerra mondiale fu requisita e utilizzata come ospedale militare; il terreno retrostante fu usato come cimitero per i caduti italiani sul fronte dell’Isonzo che, dopo la fine della guerra, furono trasferiti al Sacrario di Redipuglia. La villa venne restaurata e ampliata per accogliere i numerosi ospiti partecipanti alle battute di caccia organizzate dal barone Pirro nella riserva di caccia annessa. La proprietà rimase della famiglia fino al 25 novembre 1937 quando fu venduta alla società “Max Orefice e C.” di Venezia e nel 1939, alla sacta, Società Anonima Conduzioni e Trasformazioni Agricole, sempre con sede a Venezia. Ne divenne poi proprietaria la famiglia dei conti Miani che ospitarono, nel 1957, il cast del film Addio alle armi. Negli anni 70 subentrò nuovamente la famiglia Locatelli, attuale proprietaria. La villa è ancora oggi sede di una fiorente azienda agricola, già nota nel periodo dell'impero austro-ungarico.
edificio in muratura continua, solai controsoffittati, copertura a falde.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005
Ville Friuli, Ville del Friuli, Passariano di Codroipo (UD) 1991, n.22 Quaderni del Centro
Cormons immagini, Cormons: immagini e cronache dal vecchio confine, Cormòns 1985