Complesso con villa avente ali laterali affiancate, in posizione arretrata. Il corpo padronale si eleva per tre piani più il sottotetto ed ha la parte centrale coronata da un timpano curvo che conclude la composizione. Il prospetto secondario, a differenza del principale, ha il timpano triangolare e non presenta né la balaustra al primo piano, né le aperture al sottotetto. Pur essendo stati gli spazi interni molto alterati dal radicale intervento di ristrutturazione, che ha trasformata la villa in municipio, si coglie ancora il tradizionale impianto tripartito, con saloni passanti centrali e vani laterali. La scala è posta a est. L'affaccio del salone passante a doppia altezza del piano nobile, ha tre portafinestre archivoltate con una balaustra in pietra con colonnine e su mensole. Le finestre del piano nobile sono abbellite in sommità da una cimasa leggermente aggettante. Fasce orizzontali di diverso colore uniscono davanzali e architravi. Si rilevano tuttora delle tracce di pitture nel salone a doppia altezza, dove un ballatoio in legno, interamente sostituito, dà accesso ai vani posti al piano superiore.
Alla fine del Cinquecento la famiglia Memmo acquisisce per eredità dai Gonzardi questa villa situata nel centro di Prata di Sotto, a fianco della chiesa. I Gonzardi avevano acquistato le loro proprietà, anche immobiliari, dalla famiglia veneziana dei Boarata, una delle molte insediate a Prata dall’inizio del Cinquecento per interessi commerciali. La villa resta di proprietà dei Memmo, che avevano anche provveduto a restaurarla all’inizio del Seicento, fino al XIX secolo, quando viene venduta ai Brunetta. È da questa famiglia che il Comune di Prata acquista la villa nel 1955 e procede alla sua ristrutturazione nel 1979, intervento che ha trasformato l’edificio in sede municipale, eliminando il giardino che si estendeva intorno, per ricavarne la piazza davanti e un parcheggio sul retro.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005