prospetto principale, lato portale ingresso
prospetto principale, a lato portale ingresso
prospetto principale
Il fabbricato del tribunale di Gorizia - promosso dal Governo viennese e realizzato tra il 1899 e il 1902 dal progettista polacco Josef Wojtechowsky - sorge lungo le attuali vie Nazario Sauro e Fabio Filzi. Il palazzo viene ideato seguendo dei modelli stilistici già adottati in altre località di provincia dell’impero, secondo prassi imposte dalla burocrazia asburgica. Le linee architettoniche dell’edificio goriziano rimandano dunque ad altri fabbricati pubblici e di rappresentanza realizzati in varie città mitteleuropee, da Trieste a Vienna a Lubiana. L’edificio è uno dei maggiori esempi di stile eclettico in città, tipico degli edifici pubblici austriaci dell’epoca. Il palazzo risulta maestoso e compatto, con le sue facciate continue che delimitano la curvatura dell’angolo tra le due vie cittadine. L’impianto planimetrico è riconducibile ad uno schema a corti interne, generate dall’articolazione delle funzioni attraverso una maglia di corpi di fabbrica. Dall’esterno l’imponente architettura rivela un volume incombente che la fa emergere dal tessuto cittadino come un fatto urbano monolitico. I prospetti sulle due vie presentano un trattamento murario piuttosto compatto con la prevalenza dei pieni sui vuoti, un trattamento ritmico dell’elevato con quattro ordini di bucature tutte uguali tra di esse nella direzione dei singoli piani ma differenti tra i livelli. Lungo via Sauro la facciata risulta rettilinea e simmetrica. Qui, infatti è dislocato l’ingresso al tribunale, evidenziato da un avancorpo che emerge dal filo della facciata. Il fronte è così interrotto dalla monumentale sporgenza che risulta anche elevata di un piano rispetto alle due ali laterali. L’accesso è marcato da quattro semicolonne bugnate a rocchi con capitelli dorici sormontati da mensole che reggono uno stretto balcone dotato di balaustrata posto al primo piano. Oltre all’avancorpo, il fronte su via Sauro si compone di dodici campate a destra e altrettante a sinistra, secondo un ritmo costante. Alle due estremità tre campate emergono lievemente dal filo della facciata, conferendo alla massiccia mole dell’edificio un aspetto più dinamico e al contempo ancora più imponente. Lungo via Filzi, la facciata non risulta allineata, ma presenta invece un andamento poligonale che segue la curvatura stradale, segnato sempre da avancorpi, disallineamenti rispetto al filo facciata e da balconi balaustrati. In ogni caso è mantenuto il ritmo costante delle campate e degli allineamenti delle aperture che si ripetono a passo regolare. I fronti strada sono incardinati nella torre che si configura come elemento di raccordo curvilineo tra le due facciate. La torre, allineata in altezza ai corpi laterali, presenta un trattamento murario identico agli altri prospetti. L’angolo si conclude con la grande cupola a bulbo rialzata e rivestita di rame. La soluzione adottata attinge senza dubbio al repertorio architettonico mitteleuropeo. Sotto la cupola campeggia l’emblema della Contea di Gorizia, sostituito dopo la prima guerra mondiale con la croce della casata dei Savoia, a sua volta rimossa nel secondo dopoguerra. Come già accennato, ogni livello presenta trattamenti differenti. Il livello inferiore è contraddistinto da un’alta zoccolatura in pietra d’Aurisina nella quale si susseguono le finestre del seminterrato. Al primo piano, sopra la zoccolatura, la facciata è trattata con un intonaco bugnato a fasce continue che segue la curvatura delle finestre ad arco. Sopra l’arco delle aperture è proposto il motivo decorativo del concio di chiave a voluta. Un forte marcapiano separa i livelli più bassi. Il primo piano si caratterizza per delle aperture rettangolari sormontate da frontoni triangolari, stondati o trabeati. La fascia marcapiano è decorata con vistose ghirlande, motivi vegetali e stemmi scudati. Al secondo piano le finestre rettangolari sono sormontate da un frontone architravato; più sopra, il coronamento a mensole chiude la facciata. L’ultimo livello degli avancorpi è caratterizzato da finestre rettangolari separate da elementi decorativi a volute e a motivi vegetali. Tutte le facciate sono intonacate e tinteggiate di colore giallo-ocra. Le cornici, i riquadri, i fregi, i timpani, le modanature, i cornicioni e i marcapiani sono realizzati in intonaco modellato. Le cornici delle aperture sono tinte di bianco.
L’edificio del tribunale di Gorizia viene realizzato tra il 1899 e il 1902 nel sito dove precedentemente sorgeva la vecchia Dogana, all’angolo tra le attuali vie Nazario Sauro e Fabio Filzi. La progettazione è affidata all’ingegnere polacco Josef Wojtechowsky che negli stessi anni sempre a Gorizia porta a termine la Galleria Francesco Giuseppe, posta a lato della Camera di Commercio, la cui facciata su via Morelli è ancora visibile. L’incarico è affidato a Wojtechowsky direttamente dal governo di Vienna. L’amministrazione asburgica ha avviato un concreto programma di potenziamento delle infrastrutture delle città di provincia dell’impero. Anche Gorizia è interessata da questo processo di rinnovamento e di espansione. Nel volgere di pochi anni, nella cittadina isontina verranno realizzati dei nuovi assi viari, la stazione ferroviaria, scuole, un nuovo municipio, la Camera di Commercio, banche, alberghi. Il tribunale, opera pubblica promossa e finanziata dal Ministero della Giustizia, viene costruito seguendo le linee architettoniche già adottate per simili fabbricati di rappresentanza edificati in altre città di provincia dell’impero, secondo uno schema standardizzato e ripetuto. L'edificio, con annesse le carceri, fin dalla sua ultimazione è adibito alle funzioni di giustizia e di custodia. Durante la prima guerra mondiale diventa la sede del Comando militare austriaco. Dopo il conflitto mantiene le medesime funzioni di tribunale e di carcere. La struttura rimane tale anche negli anni della seconda guerra mondiale, dell’occupazione tedesca e titina. Ancora oggi è il Palazzo di Giustizia di Gorizia e sede del penitenziario cittadino.
Strutture portanti in laterizio con copertura delle luci maggiori realizzate con travi di acciaio. Rivestimenti della parte basamentale, sui froni strada, in pietra d'Aurisina. Manto di copertura in tegole marsigliesi.
Tavano S., Architettura goriziana negli anni del liberty, Gorizia 2009
Tavano S., Architettura a Gorizia, 1890-1990, in Ce fastu?, 1992, 62, n. 2
Zorzut F., Le trasformazioni urbane e architettoniche nella Gorizia ottocentesca. 1860-1914, Gorizia 1988