coronamento avancorpo centrale della facciata: OSPEDALE PSICHIATRICO PROVINCIALE
L’attuale aspetto dell'edificio della Direzione dell'ex Ospedale Psichiatrico risale all'inizio degli anni Trenta, a seguito dei lavori di ristrutturazione apportati all'intero polo sanitario, dopo le distruzioni della prima guerra mondiale. Per questo edificio l'architetto goriziano Silvano Baresi progetta un fabbricato lungo più di 50 metri e largo circa 13, costituito da due piani fuori terra più un piano seminterrato. Il padiglione, caratterizzato da una forma simmetrica, si colloca nella parte più settentrionale del complesso ospedaliero. L’orientamento del fabbricato segue la composizione urbanistica del polo sanitario, con il fronte principale rivolto a nord verso via Vittorio Veneto. La volumetria dell’edificio è leggermente articolata sul fronte principale: due corpi laterali affiancano il blocco centrale caratterizzato da un ampio portico d’ingresso con terrazza soprastante. Quest’ultimo emerge dall'allineamento dei corpi laterali e ne risulta più alto. Il prospetto principale è diviso orizzontalmente in due fasce ben distinte: il piano terra è rivestito da ricorsi in pietra artificiale che staccano, anche cromaticamente, dalle murature intonacate del piano superiore. Le finestre, disposte a passo regolare, sono incorniciate da una vistosa fascia verticale di laterizio. Soltanto l’apertura centrale sopra il portico d’ingresso è sormontata da un timpano. Un marcato cornicione posto in sommità conclude l’edificio. Il piano terreno del fabbricato è rialzato di circa un metro rispetto al piano di calpestio esterno. Si accede all’edificio attraverso un ampio portico terrazzato sorretto da pilastri a sezione poligonale caratterizzati da rocchi alternati. Una gradinata consente l’accesso al piano terra. Attraverso un vestibolo si giunge all’atrio, dislocato centralmente in corrispondenza dell’asse dell’intero complesso ospedaliero. L’atrio centrale, di forma ottagonale, immette ai vari ambienti dell’edificio. Un ulteriore vestibolo posto assialmente con l’ingresso conduce al retro del fabbricato. Due corridoi trasversali all’asse del padiglione portano ai vari ambienti. Lungo il corridoio di sinistra si attestano gli uffici della ragioneria, dell’economo, degli archivi e dei servizi igienici; nell'ala destra si susseguono il dispensario, la terapia elettrica, l’ufficio del direttore, l’archivio e i servizi igienici. Dalla hall d’ingresso ottagonale si accede direttamente alla sala dei medici, alla sala d’aspetto, alla portineria e alla cancelleria. È possibile entrare nell'edificio anche lateralmente. Alle estremità dell’edificio si trovano infatti due porticati dotati di gradinate che conducono ai due corridoi del piano terra. A destra e a sinistra del padiglione sono inoltre collocati i vani scala che conducono al primo piano e ai seminterrati. Al piano superiore dell’edificio si trovano l’abitazione del direttore, le stanze per i medici, la biblioteca, i laboratori scientifici e i servizi igienici. Si accede all’ampia terrazza sopra al porticato direttamente dalla biblioteca e da una stanza dell’alloggio del direttore. I tetti dei corpi bassi laterali e dell'avancorpo centrale sono piani con un leggero sporto di linda. Sono realizzati con una soletta in calcestruzzo armato, sulla quale è steso uno strato di cemento legnoso, sabbia e ghiaia.
Nel 1901 viene istituita una commissione per l’attuazione del progetto per la costruzione di un complesso ospedaliero psichiatrico a Gorizia. La commissione è composta dal fisico A. Luzzatto, dal consulente sanitario E. Fratnich, dall’ingegnere capo J. Wojteshovsky, dall’ingegnere A. Glessig e dal professore K. Hugues, che avrebbe seguito le fasi di progetto. I lavori di costruzione vengono diretti dall'ingegnere Artur Glessig. Il polo psichiatrico, realizzato tra il 1905 e il 1908, viene inaugurato nel 1911. Il comprensorio ospedaliero, ridotto in macerie nel corso del primo conflitto mondiale, si componeva di oltre venti edifici a padiglione immersi in un parco e tra di loro collegati da strade e percorsi gerarchicamente organizzati. A partire dai primi anni Venti si inizia a studiare la futura riqualificazione del plesso ospedaliero. Nel luglio 1927 l'architetto Silvano Baresi riceve l'incarico per la progettazione del nuovo polo psichiatrico. Baresi, tenendo conto dei resti e delle parti dei fabbricati ancora esistenti, propone uno schema planimetrico che ricalca sostanzialmente l'impianto originario. I lavori di ricostruzione si collocano tra il 1928 e il 1933, anno dell'inaugurazione dell'ospedale. L’edificio della Direzione – anch’esso danneggiato nel corso della guerra e successivamente ristrutturato da Baresi negli anni Trenta - è il primo padiglione che si incontra appena varcato il cancello principale. Oggi i padiglioni di quello che fu l’ospedale psichiatrico provinciale ricadono all’interno del Parco Basaglia, un luogo di pregio non solo storico e architettonico ma anche ambientale, data la ricchezza del suo patrimonio arboreo. La proprietà dell'intero comprensorio ospedaliero rimane invariata fino agli anni Ottanta, dopo un lungo periodo di oblio. Nel 1982 l'area dell'ex Ospedale Psichiatrico viene frazionata. Circa i due terzi passano all'USL (oggi Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina - ASU GI) ed un terzo rimane all'Amministrazione provinciale. Nel 1995 vengono avviati lavori di trasformazione e manutenzione degli stabili destinati al Centro di Salute Mentale. L'edificio della Direzione attualmente è di proprietà dell'Azienda Sanitaria.
L'edificio presenta fondazioni in calcestruzzo. Le murature portanti di elevazione sono in mattoni legati con malta comune. Le pareti sono intonacate. I solai sono in laterocemento. I tetti del nucleo centrale e delle ali laterali sono realizzati con una soletta piana in calcestruzzo armato e cemento legnoso, ricoperta con sabbia e ghiaia.