Chiesa di San Zenone, Colloredo di Monte Albano

Localizzazione
Colloredo di Monte Albano (UD) Entesano
Oggetto
chiesa
Denominazione
Chiesa di San Zenone
Uso storico
culto
Uso attuale
culto
Codice scheda
A_4132

La chiesa sorge in posizione isolata, a sud dell'abitato di Entesano; è orientata est-ovest e circondata da un muretto in pietrame che delimitava l’antico cimitero. L'edificio presenta una planimetria molto semplice: sul corpo rettangolare dell'aula si innesta il presbiterio anch’esso a pianta rettangolare, cui si affianca un piccolo vano sacrestia. Il presbiterio è l’unica permanenza della primitiva costruzione risalente al tardo Quattrocento o primo Cinquecento. E’ illuminato da tre piccole finestre (un oculo e due finestrelle lobate), ha volta a crociera costolonata, completamente decorata da affreschi. Posizionata sul lato meridionale la sacrestia è stata edificata più tardi; vi si accede esclusivamente dall’interno della chiesa. Il prospetto principale è a capanna, presenta un portale d’ingresso in pietra con stipiti e architrave lievemente aggettante, ai cui lati vi sono due finestre rettangolari tamponate. Al di sopra del portale si apre un piccolo oculo circolare. Completa la facciata ed è in essa inglobata, nell’angolo sinistro, la torre campanaria in laterizio costruita agli inizi del Novecento. La chiesa, ora in muratura di pietra a vista, era intonacata fino al terremoto del 1976; lacerti di intonaco, con una decorazione a riquadri rossi e bianchi alternati, sono ancora visibili nella fascia che corre al di sotto del sottogronda, ornato a sua volta con motivo a dentelli. Sui prospetti laterali dell’edificio sono ancora leggibili labili tracce di aperture realizzate in epoche diverse; allo stato attuale, nell’aula si aprono quattro finestre e una porta d’ingresso che affaccia sul lato sud.

La costruzione del primitivo edificio può essere fatta risalire al tardo Quattrocento o al primo Cinquecento. Di questa chiesa attualmente rimane soltanto il presbiterio, di cui un anonimo pittore (secondo la tradizione Matteo Leban da Tolmino), probabilmente nel Seicento, dipinge le pareti laterali, le quattro vele della volta e l’intradosso dell’arco con un ciclo di affreschi con scene della vita di Maria e Gesù, santi, profeti e angeli. Nel corso dell’Ottocento, l’edificio è sottoposto a un intervento di trasformazione radicale. Nel 1907, incorporata nell’angolo sinistro della facciata, viene costruita la torre campanaria. A causa delle forti scosse di terremoto del 1976, la chiesa subisce dei crolli interni con la distruzione delle finiture compiute nell’Ottocento e dissesti diffusi nelle murature portanti e nel tetto. Il primo intervento urgente di restauro riguarda il consolidamento del ciclo di affreschi presenti nel presbiterio, la zona più gravemente colpita dal sisma. Per molti anni poi la chiesa è lasciata in uno stato di grave abbandono, finché nel 2013 la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici del Friuli-Venezia Giulia sovvenziona i primi interventi con i lavori di consolidamento e restauro dell’edificio. Si procede ad un miglioramento strutturale; vengono messe in luce decorazioni interne ed esterne prima sconosciute. Nel biennio 2015-2016 i nuovi lotti dei lavori di conservazione interessano in particolare l’abside, tratti della muratura della navata, il tetto, gli intonaci esterni, i pluviali e la torre campanaria; si porta a compimento inoltre la sistemazione dell’area esterna all’edificio con la ricostruzione del basso muro di cinta, che circondava un tempo l'attiguo camposanto (di cui oggi sono visibili ancora alcune lapidi).

Edificio a navata unica con presbiterio rettangolare, murature in elevazione in pietra, tetto dell'aula, del presbiterio e della sacrestia a falde e manto di copertura in coppi laterizi. Incorporata lateralmente al fronte anteriore torre campanaria in mattoni con bifora.

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BIBLIOGRAFIA

Conservazione beni, La conservazione dei beni storico-artistici dopo il terremoto del Friuli (1976-1981). Catalogo dei restauri eseguiti dalla Soprintendenza, Trieste 1983, 5

Rizzi Alberto, Scoperte e distruzioni di affreschi in seguito al terremoto in Friuli, in Ce Fastu?, Udine 1976, a. 52

Marchetti G., Le chiesette votive del Friuli, Udine 1972

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Dove si trova