Il corpo dominicale è costituito da un edificio a pianta rettangolare a due piani caratterizzato da una facciata pentapartita. Quattro lesene laterali e un grande timpano triangolare, un balconcino con parapetto in ferro battuto finemente decorato e sorretto da mensole in pietra costituiscono l'apparato decorativo di ispirazione neoclassica. Una fascia lapidea sottolinea la zoccolatura di base della facciata. Le aperture, tutte di forma rettangolare con cornice in pietra, presentano al piano terra inferriate decorate e, ai piani superiori, i segni dei cardini dell’originario sistema di oscuramento. Una massiccia scala in muratura con due rampe gemelle e simmetriche conduce, attraverso un cancello con statue ai lati, al giardino antistante la villa. L'ingresso principale è caratterizzato da un portone con raffinati motivi liberty e da una solida cornice lapidea. Lungo il lato est si innesta un fabbricato più antico articolato su tre piani con, rispettivamente agli estremi nord e sud, una torre quadrata con una “torretta dell’orologio”, aggiunta successivamente ma rimossa nel corso di un intervento di restauro, e una, più recente, a pianta circolare con merlature, entrambe in muratura faccia a vista. Il prospetto principale presenta un portoncino con arco a tutto sesto, tre porte finestre con balaustra in pietra al primo piano e una serie di piccole finestre ellittiche. Un cornicione a dentelli conclude e sottolinea la linea di gronda. Ulteriori resti della struttura fortificata del castello si possono notare nell’articolata serie di annessi a carattere rurale collocati nell’area orientale del lotto che conservano nelle strutture murarie gli antichi contrafforti, e nelle merlature di alcuni muri di cinta. Nell’area occidentale è collocata la piccola chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, anch’essa in muratura faccia a vista e a pianta rettangolare. Un vasto parco si sviluppa attorno alla collina, mentre a sud si estendono i terreni coltivati a vigneti.
La storia del complesso della villa, collocata in località Castello Morpurgo, è fortemente legata alle vicende del castello di Buttrio e caratterizzata da una serie di passaggi di proprietà che si sono avvicendati fino ai giorni nostri. Il castello di Buttrio venne distrutto nel 1306 e quindi ricostruito più volte; la famiglia de Portis ne acquisì i beni e le rovine nel XVII secolo avviando successivamente la costruzione della villa. La proprietà passò quindi alla famiglia Varmo e, agli inizi del XX secolo, alla Morpurgo che la cedette, dopo anni di inutilizzo, all’Ospedale Civile di Udine. Dopo la messa all’asta, ulteriori possessori in questo secolo risultano l’impresa Vidoni e quindi la famiglia Felluga, che avvia ingenti opere di restauro. Oggi il complesso è il risultato, perciò, di una serie di modifiche e di accorpamenti di strutture preesistenti che si sono susseguiti nell’arco di quattro secoli.
L'articolazione del complesso si basa su un sistema di strutture principalmente tradizionali con murature portanti in pietra e laterizio. I solai sono in legno ed in parte in laterocemento; le coperture il legno con manto in coppi;le finiture sono in pietra e laterizi mentre i serramenti sono in ferro e legno.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005
Zoppè L., Ville del Friuli e della Venezia Giulia, Milano 2000