Chiesa di San Biagio vescovo e martire, Socchieve

Localizzazione
Socchieve (UD) Mediis
Oggetto
chiesa
Denominazione
Chiesa di San Biagio vescovo e martire
Autore
Parth Michael (1488-1490/ 1559-1560)
Uso storico
culto
Uso attuale
culto
Codice scheda
A_5349

La chiesa è situata nella parte centrale del paese, in posizione leggermente sopraelevata rispetto al sedime stradale. L'edificio, orientato sud-nord, è preceduto da un basso portico, a pianta rettangolare, cui si accede tramite una scalinata in pietra. Il portico, sostenuto da otto pilastri in pietra impostati su bassi muretti perimetrali intonacati, presenta un ingresso su ciascun lato ed è coperto con un tetto a tre falde su orditura lignea, con manto in coppi. La costruzione, di piccole dimensioni, è costituita da un'aula rettangolare con presbiterio a pianta quadrata, modesta cappella sul lato orientale e sacrestia a base rettangolare, addossata al fianco occidentale. Il prospetto principale presenta una semplice porta d'ingresso tra due finestre rettangolari, tutte incorniciate da un pesante riquadro in pietra aggettante. Sulla parte sommitale piana della facciata si innalza la bifora campanaria, di tipo carnico, in pietra lavorata. Nel lato di ponente vi sono una finestra rettangolare e un'altra apertura, parzialmente tamponata; nel lato a oriente vi è una finestra ad ogiva così come in quello meridionale, dove è anche visibile un piccolo foro rettangolare, nella parte superiore. L'edificio è completamente intonacato. All'interno, il presbiterio, separato dall'aula da un arco in pietra, è coperto da una volta a vela affrescata con nervature impostate su peducci. Vi si trova, inoltre, un pregevole altare ligneo a sportelli (Flügelaltar), attribuito all'intagliatore Michael Parth da Brunico, del 1536. Gli sportelli sono decorati con bassorilievi raffiguranti Sant'Antonio Abate e San Mauro; l'interno racchiude le statue a tutto tondo della Madonna col Bambino, tra San Biagio e San Floriano. Sulla predella è dipinto Cristo che risorge, tra la Madonna e San Giovanni.

Le origini della chiesa di San Biagio sono incerte. In mancanza di fonti documentarie, l'unico elemento utile per fornire delle indicazioni, seppur approssimative, riguardo all'epoca di costruzione dell'edificio è costituito dall'acquasantiera di pietra incassata nel muro del portico, che riporta la data 1502. E' plausibile, quindi, collocare l'edificazione della chiesa attuale agli inizi del Cinquecento. I documenti d'archivio ricordano, però, la data di consacrazione dell'edificio di culto da parte del vescovo di Caorle Daniele de Rubeis (26 luglio 1515). Entro la prima metà del XVI secolo, la chiesa viene munita di un altare in legno a sportelli, opera attribuita all'intagliatore pusterese Michael Parth, ed il presbiterio viene decorato con un ciclo di affreschi. Nel Seicento la facciata è completata con la costruzione del campanile a bifora, di tipo barocco, in pietra. Sembra, invece, risalire al Settecento l'erezione del portico antistante l'edificio, realizzato molto probabilmente in concomitanza con l'esecuzione di alcune migliorie. Alla fine dell'Ottocento la chiesa, che versa in un grave stato di degrado, viene restaurata. Bisogna attendere quasi un secolo (1968) perché nella costruzione vengano eseguiti nuovi interventi conservativi ed il portico venga ristrutturato. Gli ultimi lavori compiuti nell'edificio, consistenti nel consolidamento generale delle murature e nel riatto del tetto, sono successivi all'evento sismico del 1976.

Edificio ad aula rettangolare con modesta cappella sul lato sinistro, presbiterio a pianta quadrata con soffitto a crociera. Addossata al fianco occidentale la sacrestia, a base rettangolare. Murature in elevazione in pietrame, intonacate; orditura del tetto in legno; copertura del vano comprendente l'aula e il presbiterio a due falde asimmetriche, della sacrestia a due falde simmetriche. Anteposto all'edificio il portico, a base rettangolare, sorretto da otto pilastri, con travature lignee e manto di copertura a tre falde. Sovrastante la facciata la bifora campanaria, di tipo carnico, in pietra lavorata.

BIBLIOGRAFIA

Marchetti G., Le chiesette votive del Friuli, Udine 1972

Toller M., Socchieve. Storia civile e religiosa, Udine 1972

Paschini P., Notizie storiche della Carnia, Udine 1971

Marinelli G., L'Arte, in Guida della Carnia e della Canal del Ferro, Tolmezzo (UD) 1924-1925

Dove si trova