Villa de Asarta, Kechler, Ronchis

Localizzazione
Ronchis (UD) Fraforeano
Oggetto
villa
Denominazione
Villa de Asarta, Kechler
Altra denominazione
Villa Barbarigo, de Asarta, Kechler
Autore
Uso storico
abitazione
Uso attuale
abitazione - azienda agricola (intero complesso) - attività culturali (villa)
Codice scheda
A_5659

Complesso vasto e articolato composto da villa, due barchesse, rustici e cappella. Villa su tre piani fuori terra a pianta rettangolare allungata, con fronte principale tripartito, a composizione simmetrica. Salone centrale passante. Timpano arcuato con orologio. Due barchesse laterali staccate e ortogonali alla villa. Si elevano su tre piani e sono unite di testa da un edificio ortogonale ad esse su fronte strada, su due piani, con finestre centinate e portale carraio centrale bugnato sormontato da timpano triangolare. Cappella in stile neogotico. Il parco si estende per circa due ettari a sud-ovest della villa, lungo il Tagliamento. Fu progettato attorno al 1840 da Giuseppe Jappelli, quando la famiglia Gaspari era proprietaria della residenza.

Nel 1275 il territorio, di proprietà della Chiesa di Aquileia, venne ceduto in feudo agli Asquini de Varmo e nel 1484 passò alla famiglia Barbarigo che si estinse nel 1656. Il feudo venne poi acquistato all'asta da Giovanni Battista Adorni per conto di Andrea e Pietro Molin nel 1657; a metà Settecento passò ai Calbo-Crotta e nel 1838 ai Gaspari di Latisana. A questa famiglia va il merito di aver introdotto nuove colture quali il riso, il gelso e l'allevamento del baco da seta. Nel 1871 la tenuta e il complesso vennero acquistati dal parigino Charles Joseph Herpin che ritornò in Francia nel 1875. Al contratto di compravendita era allegato un minuzioso inventario dei beni conservati nella tenuta che indica quale tipo di attività vi venisse svolta e il precario stato economico dell'azienda. Il podere fu acquistato nel 1876 dai Ferrari, dai Granata e dai Vigorelli. Carlo Ferrari risollevò le sorti del complesso introducendo metodi di produzione agricola più scientifici. Nel 1883 lo stabile venne venduto al conte Vittorio de Asarta che incrementò la produzione lattiera, implementò la coltura dei gelsi, e fece dell'azienda la prima al mondo ad attuare l'aratura elettrica. Risalente alla seconda metà del XVIII secolo, è frutto di trasformazioni e ampliamenti del XIX secolo, volute dalla famiglia de Asarta. Durante la guerra l'edificio venne gravemente danneggiato ma fu ricostruito in tempi rapidi.

BIBLIOGRAFIA

Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005

Zoppè L., Ville del Friuli e della Venezia Giulia, Milano 2000

Dove si trova