Villa Bartolini, Caimo-Dragoni, Florio, Danieli, Buttrio

Localizzazione
Buttrio (UD)
Oggetto
villa
Denominazione
Villa Bartolini, Caimo-Dragoni, Florio, Danieli
Altra denominazione
Villa Bartolini
Ambito culturale
maestranze friulane
Uso storico
abitazione - magazzino
Uso attuale
abitazione - ristorante
Codice scheda
A_6132

Un lungo viale d’accesso in ghiaia, interrotto da un cancello e sottolineato da due file laterali di cipressi, conduce alla villa, creando un cono ottico di grande effetto. Un vasto spiazzo di ghiaia con aree a verde e alberate circonda la villa costruita nel XVII secolo dalla famiglia Bartolini, su una preesistente costruzione a carattere rurale. Il corpo dominicale di grandi dimensioni risulta articolato in più parti: un volume centrale e ai lati due edifici a torre collegati da due corpi più bassi. Il corpo centrale si sviluppa su tre piani; il piano terra destinato a cantine, il primo a residenza e quello superiore a magazzino. L’impianto simmetrico è ulteriormente sottolineato da un corpo scala a due rampe gemelle che conduce al piano nobile attraverso un portone con arco a tutto sesto. Un ordine gigante di quattro lesene si dispone ai lati dell’ingresso; chiudono la parte centrale una trabeazione e un frontone a timpano triangolare. Le finestre di forma rettangolare sono di dimensioni maggiori al primo piano; quelle laterali presentano una cornice lapidea e si differenziano anche per un disegno geometrico del loro profilo. Il prospetto posteriore, a nord-est, risulta piuttosto semplice. Unico elemento di rilievo una porta finestra con balaustra e arco a tutto sesto in pietra che interrompe la sequenza delle otto aperture rettangolari al primo piano. I due elementi a torre, alti tre piani, si sviluppano a pianta quadrata con finestre che riprendono nelle dimensioni e nelle cornici quelle presenti sul corpo centrale. Elemento di originalità risultano i due fabbricati che collegano queste alla parte centrale, con portico costituito da file di solidi pilastri bugnati e soprastante loggia che prosegue la serie dei pilastri del piano terra. La partizione delle facciate esterne non corrisponde alla distribuzione degli spazi interni; questi riprendono sia nella disposizione sia nella destinazione d’uso la tradizione della residenza friulana. Alcuni vani, in particolare il salone, risultano fastosi e decorati con affreschi di Francesco Chiarottini e di Giambattista Canal, che rappresentano scene allegoriche e paesaggi con rovine e architetture d’invenzione tipiche della metà del XVIII secolo. L’intero complesso, fino alla fine degli anni ottanta del Novecento, versava in uno stato di degrado molto avanzato, dovuto anche ai danni subiti sia durante gli eventi bellici sia durante il terremoto degli anni settanta e, molto probabilmente, anche alla successione di destinazioni d’uso adottate negli anni: azienda agricola, quindi succursale di un istituto scolastico nel corso degli anni sessanta, nonché sede di rappresentanza dell’Ente Fiera. Un intervento di restauro degli affreschi avviato nel 1987 e degli edifici nel 2000 ha riportato la proprietà in ottime condizioni di conservazione.

Murature portanti in pietra e laterizi, solai in legno, coperture in legno e laterizi, finiture in pietra e laterizi, serramenti in ferro e alluminio.

BIBLIOGRAFIA

Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005

Zoppè L., Ville del Friuli e della Venezia Giulia, Milano 2000

Ulmer C., Ville friulane. Storia e civiltà, Maniago (PN) 1993

Dove si trova