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L'accatastamento dell'edificio, datato ventisei marzo millenovecentoquaranta, è firmato Pietro Zanini. Non è da escludere un intervento dell'architetto nella sistemazione dei nuovi annessi alle officine. La costruzione fu parte del complesso delle "Officine Calligaris" di cui, forse, costituiscono un ampliamento ascrivibile agli anni Trenta. Si tratta di un lungo corpo di fabbrica affacciante su via Micesio che fa utilizzo strutturale della grande muraglia cieca di confine con le proprietà adiacenti. La costruzione, a due piani, per buona parte crollata, ha struttura portante in cemento armato, ad organizzare una successione di vani passanti con accessi a pettine sul cortile interno. Le facciate constano di membrature orizzontali e verticali impalcanti forature a cornice in pietra artificiale. L'edificio, pur semplicemente predisposto a funzioni "produttive", par risentire di atmosfere novecentiste.