Castello Valentinis, Tricesimo

Localizzazione
Tricesimo (UD)
Oggetto
castello
Denominazione
Castello Valentinis
Altra denominazione
Villa di Prampero, di Montegnacco, Valentinis
Uso storico
difensivo - abitazione
Uso attuale
casa degli esercizi spirituali
Codice scheda
A_6554

Complesso costituito da villa, annessi e cappella entro cinta muraria medievale. Villa a pianta quadrata su tre livelli, con portale bugnato ad arco a piano terra, sormontato al piano nobile da una trifora con fori archivoltati e balconcini con colonnine in pietra tornite. Aperture architravate all'ultimo livello. Il lato opposto presenta un portale d'accesso e delle piccole bifore ai piani soprastanti. Dal prospetto ovest, verso il declivio, sporge una piccola loggia con aperture archivoltate e balaustra decorata con colonnine. Due corpi aggettanti ottocenteschi affiancano la villa. Annessa all'edificio, sulla cinta muraria a sud-ovest della villa, c'è un'antica chiesetta con cripta dipinta con scene bibliche e affreschi nell'abside di Pomponio Amalteo. Grandi annessi, a ovest della villa, a chiusura del giardino interno. Cinta muraria merlata ai cui estremi laterali orientali s'innalzano due torri, una semicircolare rimaneggiata nel secolo scorso, l'altra circolare e coronata da merlature. Ingresso principale al complesso posto tra le due torri a est. Seicentesco grande portale bugnato d'ingresso al giardino, con cancello in ferro battuto. Non trascurabili, i caminetti monumentali che signoreggiano nelle numerose sale. Nel giardino si osserva un meraviglioso pozzo in ferro battuto, unico ornamento artistico di una collezione famosa nel passato per la vastità, la bellezza, la rarità dei pezzi raccolti da appassionati cultori.

Il Castello medioevale fu costruito sulla cima di una collina morenica, prima del sec. XIII. Era protetto da torrioni circolari e torri di guardia. Il maniero fu il solido rifugio dei conti di Gorizia, poi divenne sede principale dei Prampero fino al 1521, poi passò ai di Montegnacco e infine, nel 1627, passò ai Valentinis, in particolare ai figli di Pietro Urbano Valentinis, ai quali il doge di Venezia diede l’investitura della contea. Della struttura medievale oggi rimane un giro di mura intorno, con passaggi aerei, ponti e sei torri angolri, mentre il complesso principale distrutto dal terremoto del 1511, fu ricostruito nel 1521. Nel 1647 Nicolò Valentinis fece riedificare il castello pericolante, che perse in questo periodo la sua funzione strettamente difensiva e venne trasformato nella attuale villa. Ulteriori interventi sono stati fatti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento poiché negli anni precedenti il castello rimase semi-abban- donato. Nel 1866, con la liberazione del Friuli da parte dell’esercito nazionale giunto a Tricesimo e con la plebiscitaria annessione al Regno d’Italia, finalmente il castello riprese il vecchio splendore. Fu allora che il conte Uberto Valentinis, appassionato cultore d’arte, incominciò a restaurare la sua dimora: rifece parte della cinta muraria, rafforzò i muri pericolanti, ricostruì quasi dalle fondamenta le torri di levante, fece rinforzare le fondamenta della cappella. Alla fine dell’Ottocento il castello era nuovamente integro e il conte decise di raccogliere in questo luogo una ricca collezione di mobili antichi e opere d’arte: fra gli altri figuravano dipinti di Antonio Carneo e Paolo Paoletti (Mazzotti, 1987). La collezione successivamente venne dispersa. Nel 1943 la proprietà fu ceduta all'Arcidiocesi di Udine e Gorizia, che adibì il palazzo a luogo di ritiro per esercizi spirituali, edificando, di fronte, un Santuario dedicato alla Madonna Missionaria. Sulla facciata sono stati riportati alla luce le bifore con archi a tutto sesto, mentre negli interni sussistono le travi originarie del '500, belle volte molto più vecchie e grandi saloni.

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BIBLIOGRAFIA

Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005

Dove si trova