Teatro comunale, Gorizia

Localizzazione
Gorizia (GO)
Oggetto
teatro
Denominazione
Teatro comunale
Altra denominazione
Teatro Bandeu, Teatro sociale
Autore
Scala Andrea (1820/ 1892)
Cuzzi Umberto (1891/ 1973)
Uso storico
cinema - teatro
Uso attuale
teatro
Codice scheda
A_6704
Iscrizioni

foyer

facciata su corso Verdi: QUESTA LAPIDE/ CHE RICORDI CON LA SUA MODESTIA/ LA REDENZIONE DELLA NOSTRA CITTA'/ DAL TURPE SERVAGGIO AUSTRIACO/ IL FASCIO PRO RINASCITA DI GORIZIA/ VOLLE QUI INAUGURATA/ IL IX AGOSTO MCMXX

Il teatro sorge in posizione d'angolo, con affaccio principale e lungo l'intero lato destro. Il retro dell'edificio, dotato di area esterna di pertinenza esclusiva, è accessibile per le operazioni di carico-scarico. Il prospetto principale e quello destro, appartenenti all'edificio storico, sono trattati con continuità, con una scansione orizzontale conferita dall’alta fascia marcapiano che individua i due piani fuori terra e dal cornicione e scansione verticale data da lesene. Il prospetto principale su via Garibaldi è suddiviso in quattro campate verticali; le prime tre sono analoghe, con porta ad arco a tutto sesto al piano terra e bifore al piano primo, a creare una falsa simmetria per inquadrare l'ingresso (seconda campata da sinistra, con addossato un volume porticato con campate di archi su pilastri trattati a bugnato liscio). La quarta campata da sinistra anticipa la scansione delle campate del prospetto laterale, con porta e finestre da arco a tutto sesto al piano terra e finestre sempre da arco al piano primo. Il volume del foyer è accessibile dal portico su prospetto principale, in parte chiuso a formare il vestibolo. Il piano terra presenta un impianto trasversale corrispondente alle prime tre campate esterne da sinistra, quindi simmetrico rispetto al portico esterno; a destra è collocato il corpo scala per l’accesso al foyer superiore; a sinistra, separata da pilastri, si trova l'area biglietteria. L’accesso alla platea avviene da tre disimpegni centrati sulla parete di fondo. Il piano ammezzato corrisponde ai disimpegni per l'accesso in sala, con funzione anche di spazio espositivo. Al primo piano si trova il foyer superiore, con cabina di proiezione, accesso alla prima galleria e al ridotto. Il corpo sala addossato sulla parete di fondo conduce alla seconda galleria e alla cabina di regia, posta sopra la cabina di proiezione. Nel piano interrato si trovano il guardaroba e locali di servizio. La sala è accessibile dal foyer. Sottostante alla sala si sviluppa il piano interrato con locali tecnici e il golfo mistico ci circa 60 metri quadrati. La platea ospita 420 posti e presenta un deambulacro perimetrale e due corridoi che ripartiscono la sala in tre parti; quest’ultima è arredata con poltroncine fisse a seduta ribaltabile in velluto rosso. La prima galleria accoglie 122 posti, anch’essa dotata di deambulacro perimetrale e rampa centrale, con poltroncine fisse a seduta ribaltabile in velluto rosso, balaustra piena rivestita in legno terminante con un corrimano in metallo. Sopra, la seconda galleria ospita 134 posti con barcacce laterali e deambulacro perimetrale. Per migliorare l’acustica, la sala è dotata di un controsoffitto composto da una sequenza di pannelli a vela e tendaggi in velluto agli accessi. La torre scenica, di ultima edificazione è accessibile dal volume dei servizi o dal volume sul retropalco. Il boccascena è largo 12 metri ed è alto 7,20 metri, ed è dotato di un palcoscenico a struttura lignea largo 20,70 metri e profondo 19 metri. Il fondale è nero con quattro quinte mobili e sottopalco. Vi sono inoltre due ordini di ballatoi e un graticcio in acciaio e legno con un’imposta a 17 metri. Il sipario è in velluto con apertura alla greca a comando elettrico. Il volume retropalco ha un impianto simmetrico con due corpi scala di servizio alle estremità. Il piano interrato presenta due cameroni e i servizi. Il retropalco è in continuità con il palcoscenico. Su retro, verso l’esterno dell’edificio, si apre un portone di carico-scarico delle scene. Al secondo piano si trovano i camerini con i servizi. Il volume servizi si colloca a destra della sala e presenta una larghezza corrispondente alla quarta campata da sinistra del prospetto principale e lunghezza pari al prospetto secondario. Nel suo piano interrato vi sono i depositi e dei vani tecnici; al primo piano, dal prospetto principale al retro sono organizzati la caffetteria del teatro, i corpi di risalita, un negozio, un botteghino e l’ingresso per l’accoglienza degli artisti. Tutti questi spazi hanno l’accesso autonomo dal corso Italia. Il piano ammezzato ospita il soppalco della caffetteria e del negozio. Al primo piano ci sono il ridotto, gli uffici e la segreteria, mentre nel sottotetto sono ricavati la sala prove, i servizi e sette camerini.

La storia del teatro comunale "Giuseppe Verdi" di Gorizia ha una storia lunga oltre 250 anni. L’edificio odierno è frutto di una serie di trasformazioni, ampliamenti e adeguamenti susseguitesi nel corso del tempo, attraversando momenti di crisi e di rinascite. Si tratta di una storia complessa, in cui le vicende edilizie si intrecciano con le dinamiche sociali, politiche e culturali della città. Nella primavera del 1740 viene inaugurato il nuovo teatro, detto Bandeu, dal nome del fondatore e titolare dello stabile. Nel 1779 un incendio devasta il teatro che viene prontamente ricostruito e riaperto nel 1781 dalla stessa famiglia Bandeu. L’edificio viene ingrandito con l’aggiunta di palchi superiori, un ridotto per la nobiltà, delle sale da gioco, un guardaroba, sale da biliardo e la caffetteria. In facciata viene aggiunto un portico per accogliere le carrozze. Nel 1810 la sede teatrale viene intitolata Teatro di Società. La nuova proprietà è costituita da una cinquantina di soci, assumendo intenti dichiaratamente imprenditoriali. All’edificio vengono apportati degli interventi di rinnovamento e di restauro, sia delle parti strutturali che di decoro. Nel 1856 il teatro beneficia di un radicale intervento di ristrutturazione. Il progettista – l’architetto Andrea Scala – prevede la sostituzione dei palchi con una galleria; vengono inoltre dipinti palchi e platea e vengono rifatte le dorature. Fino alla fine del secolo, il fabbricato è oggetto di diversi interventi, sia interni che esterni. Tra le varie opere eseguite viene aperto il cosiddetto Casino, inizialmente riservato ai nobili e successivamente anche alla “civile società”. Dopo ulteriori ammodernamenti conclusi nel 1899, il teatro viene nuovamente inaugurato con la rappresentazione dell’Aida di Verdi. Nel 1901 lo stabile viene intitolato proprio al grande compositore di Busseto. La prima guerra mondiale ferisce profondamente Gorizia, danneggiando anche il teatro cittadino. Segue poi un progressivo decadimento. L’attività teatrale si riduce, giungendo alla chiusura dello stabile nel 1932. Alcuni anni dopo, nel 1938, il teatro viene ristrutturato in base al progetto di Umberto Cuzzi. L’architetto razionalista – già autore di numerosi interventi in città – mantiene invariate le facciate esterne e riforma completamente gli spazi interni, anche nelle destinazioni d’uso. L’intervento razionalista di Cuzzi ne stravolge la fisionomia ottocentesca. Il vecchio teatro viene trasformato in “Cine-teatro Verdi”, con una funzionalità prevalentemente cinematografica. Nei decenni successivi si tengono sia spettacoli di musica che di prosa, ma la funzione principale rimane quella di cinema. La crisi dei cinematografi degli anni Settanta porta nel 1986 alla cessione del cine-teatro all’amministrazione comunale che, con molte difficoltà, lo gestisce fino alla chiusura nel 1993. Nella metà degli anni Novanta per lo stabile si prospetta una nuova vita. Gli autori del progetto di riforma sono gli architetti Mariateresa Grusovin e Giorgio Picotti. La loro proposta prevede un intervento al contempo conservativo e di ampliamento, innovativo e dal linguaggio moderno, ma rispettoso della storia dell’edificio originario.

Impianto longitudinale composto dalla sequenza dei seguenti volumi: portico d'ingresso, foyer, sala, locali di servizio ed accessori lungo il lato destro della sala. Questi ultimi sono posti a formare una L con il volume del foyer inglobando all'interno la sala. Le strutture originarie più antiche sono costituite da murature in laterizio e pietra. Dopo i vari interventi di ristrutturazione e adeguamento, i solai sono in laterocemento, mentre la struttura di copertura è in legno. Le strutture degli ultimi volumi della torre scenica e del retropalco sono interamente in calcestruzzo armato.

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BIBLIOGRAFIA

Bartoccioni S./ Picotti A.N./ Pillon L./ Scandolara S., Il Verdi. Teatro di Gorizia, Gorizia 2002

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