Il complesso sorge sulle pendici del colle di Valisella a Mossa. Il castello è immerso in un ampio parco organizzato sui terrazzamenti della collina e piantumato con essenze arboree di vari tipi. La villa, a pianta rettango- lare, con due piani, sottotetto e cantina seminterrata, è collocata ortogonalmente all’accesso. La facciata principale dell’edificio è molto semplice, composta simmetricamente rispetto a un asse centrale sul quale si trova il portale d’ingresso, ad arco con cornice in pietra e trabeazione che ingloba la chiave di volta decorata. Vi si accede da una breve scalinata di forma semicircolare. La parte centrale del fronte principale è più alta e termina con un frontone triangolare con cornicione a dentelli, mentre la finestra che dà luce al sottotetto è sfalsata rispetto alle altre e di forma rettangolare. Il fronte posteriore, rivolto a valle, non presenta accessi ed è caratterizzato da una trifora con archi a tutto sesto ed edicola in pietra al piano nobile, affacciata su un balconcino con balaustra in ferro battuto. Anche in questo caso la parte centrale, più alta, termina con un timpano triangolare decorato a dentelli. Il fronte sud è caratterizzato da tre assi di finestre poste a distanza regolare e da un portale d’accesso carraio con cornice di pietra a bugnato. Internamente la villa è organizzata secondo lo schema veneto con un salone centrale dal quale si accede alle stanze comunicanti. L’atrio ha mantenuto le caratteristiche originarie con le travi in legno e il pavimento in cotto; le pareti sono affrescate con i ritratti dei padroni di casa e raffigurazioni delle quattro stagioni. Dalla villa si accede direttamente all’oratorio adiacente, attraverso un passaggio interno. La chiesa venne costruita contestualmente alla villa e sulla lapide murata all’esterno è riportata la data 1593. Venne consacrata a Santa Maria Assunta e vi si svolgevano le cerimonie di famiglia. La facciata è scandita da quattro lesene di ordine gigante con capitelli, sormontate da una trabeazione con fregio liscio e un timpano triangolare con cornice a dentelli. Il portale è sormontato dalla statua di Sant’Agostino e da un’apertura termale. All’interno, sopra l’altare, è collocata una statua di Gesù e sul lato il quadro dell’Annunciazione dipinto nel 1825 da Joan Barzellini. La chiesa divenne parrocchia durante la prima guerra mondiale e venne sconsacrata dopo l’invasione dei tedeschi e dei cosacchi. Nel giardino della villa, verso sud, si trova una torre in pietra sbozzata a pianta circolare, probabile resto medioevale o addirittura, secondo alcuni storici, di età romana; da qui partiva la muraglia che cingeva il castello. Del complesso fanno parte anche numerosi rustici restaurati e oggi a servizio dell’azienda agricola e delle attività correlate, tra cui il follatoio con i travi originali, risalente al XVII secolo.
Da alcuni ritrovamenti archeologici pare che la zona sia stata abitata ben prima della costruzione dell’edificio, già in età preromana e romana. In epoca longobarda la collina fu sede di una gastaldia, di arimanni e sembra che vi fosse una necropoli. Fu attorno all’anno Mille che sul colle venne eretto il primo castello, con una torre, utilizzato come residenza del gastaldo patriarcale. Nel 1263 il feudo venne affidato a Giovanni Raimondo de Braida, mentre nel 1336 venne concesso a Filippo de Portis. Nel XIV secolo fu dapprima degli Orzon e in seguito di Resenteppo di Mossa. Il paese venne conquistato dai veneziani e invaso dai turchi, infine il maniero venne incendiato nel 1480. Dopo la distruzione, fu costruito un edificio di dimensioni più mo- deste conosciuto come “Cjascielut”. Negli anni successivi Mossa venne ceduta all’Austria e nel 1587 l’arcivescovo Carlo investì Giovanni di Cobenzl del feudo di Mossa. In tal modo la casata originaria della Carinzia si stabilì in Friuli Venezia Giulia. Il nobile fece costruire una dimora da utilizzare come residenza estiva, poiché pochi anni prima aveva fatto costruire il palazzo di Gorizia oggi sede dell’arcivescovado. Nel Settecento la villa e la tenuta, nota anche come “Castello Nuovo”, vennero acquistate dal barone Agostino Codelli de Fahnenfeld.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005
Ville Friuli, Ville del Friuli, Passariano di Codroipo (UD) 1991, n.22 Quaderni del Centro