Il complesso sorge a sud del nucleo abitato di Villanova e si compone del corpo dominicale e dei resti di una barchessa. Un vasto brolo cinto di un alto muro in ciottoli precede il corpo dominicale. L’accesso al parco, mantenuto a prato, avviene attraverso più cancelli d’ingresso, dei quali il principale mostra una cancellata in ferro battuto racchiusa fra pilastri bugnati, un tempo sormontati da statue e vasi in pietra, che si apre nel muro di cinta in mattoni e ciottoli. Il corpo di fabbrica centrale si presenta tripartipo e si organizza secondo il modello veneto, con salone passante e vani laterali, leggermente più stretti del salone, che contengono una scala principale e una secondaria; le ali laterali, planimetricamente meno regolari, sono organicamente collegate al corpo centrale e mantengono la funzione di rappresentanza. Il corpo centrale si eleva di tre piani ed è aggettante rispetto alle ali più basse che lo fiancheggiano simmetricamente. Il piano nobile ha un affaccio con trifora scandita da archetti a tutto sesto su un balconcino con balaustra in pietra. Al terzo livello la stessa trifora viene riproposta con parapetto a colonnine in pietra. La facciata vede il suo coronamento nel timpano curvo. Il prospetto sul retro è più sobrio ed ha timpano triangolare. Le ali laterali, che affiancano il corpo centrale, sono arretrate e più basse di un piano, con portali ad arco bugnati e tre assi di aperture. La maestosa barchessa, posta ortogonalmente alla villa e sul retro, chiusa sul fronte stradale, si apre in grandi arcate ribassate sui fronti verso il giardino; ogni campata è definita da ordini giganti di paraste doriche semplici o doppie, che sostengono la cornice di gronda a gola e racchiudono l'arcata sormontata da una finestra ellittica, impostata su ordini minori e con chiave d'arco a voluta.
La costruzione risale probabilmente alla fine del Seicento, benché possa forse essere posta per ragioni stilistiche in epoca più tarda (Ulmer, 1993); voluta dal facoltoso giurista Pietro Marini come propria abitazione, è legata maggiormente a esigenze di rappresentanza che non di gestione agricola. Nel 1729 il giurista Marini venne a mancare e la villa passò alla famiglia bergamasca dei Cattaneo, che attraverso il commercio avevano acquisito diverse proprietà nella zona. La villa è stata restaurata negli anni novanta del Novecento, ma la barchessa ancora nel 2005 era priva della copertura e in rovina. La forometria della villa è stata tamponata in laterizio; della barchessa sinistra, unico volume supestite tra quelli che attorniavano la villa, rimangono solo lacerti delle murature perimetrali sorrette da puntelli metallici. L’area retrostante alla villa, un tempo a parco, è attualmente occupata da edilizia residenziale.
del complesso originario rimangono la villa dominicale, rettangolare, e la barchessa sinistra, anchoessa rettangolare, dispostre ortogonalmente; murature in letrizio; solai in legno; struttura di copertura in legno.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005