Villa Rota de Conturbia, San Vito al Tagliamento

Localizzazione
San Vito al Tagliamento (PN) Casabianca
Oggetto
villa
Denominazione
Villa Rota de Conturbia
Altra denominazione
Casabianca, villa Rota, Villa Linussio, Villa Altan
Autore
Schiavi Domenico (1718/ 1795)
Uso storico
abitazione/ azienda agricola
Uso attuale
uffici di rappresentanza - residenza custode - deposito e servizi ad attività agricola - non in uso
Codice scheda
A_7604
Iscrizioni

La villa padronale è inserita in un complesso articolato, composto da edifici con destinazioni e stato di conservazione differenti. L'impianto, alterato solo in minima parte, lascia traspararire la logica organizzativa dell'insediamento, che univa la funzione residenziale (di Linussio e dei mezzadri) alle esigenze produttive. Planimetricamente l’edificio è un tipico esempio di villa friulana derivata dai canoni veneti. Il corpo cen- trale è basato su modulo quadrato di 5,50 metri, ed è attraversato da un salone passante sia al piano terra sia al piano primo. Lo scalone è situato in un corpo sporgente a ovest, e trasversalmente all’asse centrale della villa, inoltre presenta sulla volta un’allegoria mercantile, in cui, accanto a una figura femminile che regge una lucerna e a un putto alato con la campanella, compare una gru con un ciottolo aureo, si- gnificante la prudenza nel commercio; questo affresco è attribuibile a Francesco Zugno, seguace del Tiepolo. Più semplici sono, invece, gli affreschi della sala centrale, rappresentanti figure monocrome inquadrate da colonne. Il salone del primo piano presenta a sua volta affreschi di figure antiche, quali Muzio Scevola, Annibale e Alessandro Magno, con a lato delle allegorie. Da questo piano è possibile accedere alla barchessa posta a nord e, tramite una piccola scala in ferro, al sottotetto; inoltre da qui è garantito anche il collegamento tra piano primo e piano terra della barchessa, nonché al piano terra del corpo dominicale, tramite una scala e un passaggio ricavati dalla chiusura del primo arco del portico. La facciata principale, composta di due piani più il sottotetto, presenta al centro del piano nobile una serliana semplificata che sormonta l’ingresso principale del piano terra, bordato in pietra d’Istria, così come buona parte delle aperture minori che non sono state oggetto di rimaneggiamenti nel tempo. Il corpo principale e le due barchesse ad esso ortagonale delimitano sul fronte principale un giardino; sul retro si apre un secondo giardino (ancora esistenre ma privo di manutenzione), fino al limite di un muro in sassi, confine fra il privato e le distese rurali. La villa domincale è attorniata, sui tre lati secondari, da edifici di servizio e residenze; in particolare, sul lato sinistro rispetto alla villa, l'edificio allineato al fronte strada mantiere, verso la corte interna, la originaria distribuzione a ballatoio. L'edificio, come tutti quelli con destinazione originaria a residenza non mutati in edifici di servizio all'attività agricola che ancora si svolge, versa in pessime condizioni di degrado; sul lato destro della villa, un edificio è stato quasi interamente conivolto in un crollo. Gli edifici verso la campagna, retrostanti la villa, sono interamente adibiti a ricovero attrezzi e mantenuti in discreto stato di conservazione in virtù di tale utilizzo. Al complesso appartiene anche una cappella, dalla facciata molto semplice con inferriate in ferro battuto e vetri legati a piombo, che all’interno possiede un affresco di Ilario Schiavi, raffigurante l’apoteosi della Vergine tra i santi Pietro e Giacomo, a sua volta contornato da diversi stucchi, sempre dello stesso autore.

La costruzione della “Casa Bianca” è legata alla figura del maggior imprenditore friulano del Settecento, tale Jacopo Linussio, che creò, nella prima metà del XVIII secolo, una tra le maggiori manifatture d’Europa; questa fu la causa principale dell’acquisto del terreno, in parte donato da Daniele Dolfin, e della successiva costruzione della villa, che, per molti aspetti, richiama la sede ufficiale della manifattura tessile di proprietà, edificata a Tolmezzo intorno al 1740 con l’ausilio di Antonio Schiavi. L’atto di compravendita del terreno è datato 1735, quattro anni dopo cominciò la costruzione del complesso, la cui motivazione principale era quella di agevolare l’approvvigionamento del lino, conseguentemente gli edifici avevano anche funzione di deposito.

Impianto costituito da corpo principale rettangolare con barchesse laterali rettangpolari a sviluppo longitudinale; murature in laterizio, ciottoli e pietra; strutture di orrizontamento i legno; coperture a padiglione con struttura a capriate lignee.

BIBLIOGRAFIA

Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005

Dove si trova