L’edificio, orientato in pianta con la parte absidale rivolta ad est, si compone di un’unica navata rettangolare con debole transetto formato dalle due cappelle laterali, a base rettangolare. Il presbiterio, concluso da abside poligonale, è leggermente più stretto rispetto all'aula, ma presenta una copertura in continuità con quella del corpo principale. Sul fianco meridionale della chiesa, addossato alla cappella laterale, quasi a farla scomparire, sorge il campanile, ricostruito nel 1904. Esso ha pianta quadrata con alto basamento aggettante, con tre strette monofore sul fusto e una più grande, con balaustra, nella cella campanaria, tetto a quattro falde e copertura in coppi. Un basso corpo di sacrestia, a pianta rettangolare, trova posto tra la cappella laterale destra ed il coro; vi si accede solo da una porta esterna, posta ad est. Il prospetto principale a capanna è caratterizzato dal portale lapideo con arco a tutto sesto modanato tra due finestre strombate, con arco a sesto ribassato. Al di sopra del portale, in posizione centrale, si apre una finestra circolare con ghiera in mattoni. Il corpo principale dell'edificio è intonacato, ma sui fianchi esterni della navata corre, sotto gli spioventi del tetto, un motivo ornamentale in mattoni disposti a grappolo d'uva, che sul lato nord si arricchisce di un motivo a losanghe. L'abside, invece, si distingue per il paramento in mattoni a vista con arcate cieche e ricca decorazione nella fascia superiore costituita da una cornice formata da losanghe, da un motivo a corda e da un giro di archetti pensili a tutto tondo intersecantesi. L'interno, ad aula rettangolare, è riccamente decorato con motivi floreali ed è illuminato da due finestre, una su ciascun lato; ha soffitto a capriate lignee a vista, poggianti su mensole in pietra. Le capriate, gli arcarecci e le tavelline sono dipinte. Sull’aula affacciano le due cappelle laterali, rialzate di due gradini e coperte da una volta a botte con finti cassettoni, che ospitano gli altari dedicati alla Madonna della Salute (a sinistra) e a S. Antonio da Padova (a destra). In prossimità dell’ingresso principale, sul fianco settentrionale, vi è la nicchia quadrata dove è collocato il fonte battesimale. Di fronte, sul fianco opposto, sono visibili tre arcatelle cieche che attestano l’esistenza in passato di un confessionale in muratura. Sempre sul lato meridionale trova posto il portale d’ingresso secondario; sopra ad esso vi è l’iscrizione che ricorda la consacrazione della chiesa. La zona presbiteriale, con abside trilatera, si apre sulla navata con un arco a tutto sesto, è sopraelevata di un gradino e separata dall’aula da una balaustra in marmo. L’ambiente è illuminato da tre finestre, di diverse dimensioni, di cui una parzialmente tamponata e presenta una copertura con volta a crociera con costoloni in rilievo e tre spicchi nel catino poligonale del coro. Gli spicchi della volta a crociera sono ornati con preziosi affreschi che raffigurano Santi, profeti ed evangelisti, mentre gli altri spicchi del coro e la parete meridionale dell’abside sono affrescate con alcune scene della vita di Gesù. Altri lacerti sono visibili sempre nella zona presbiteriale e sull’arco con cui il presbiterio prospetta sull’aula. La pavimentazione è in marmo bianco e rosso, a scacchi in diagonale, nelle corsie di passaggio, e in marmo grigio.
Villanova viene citata per la prima volta in un documento datato 11 settembre 1254 quando viene concessa in feudo, davanti al patriarca Gregorio di Montelongo a Udine, dal conte Mainardo IV di Gorizia ad Aiuzzo di Ragogna. Oltre a questo atto, purtroppo, non abbiamo altre fonti documentarie che possano contribuire a determinare con sicurezza la data di fondazione della chiesa dedicata a Sant’Ulderico. Una testimonianza fondamentale è costituita dall’atto di donazione del 31 agosto 1292 con cui il capitano di Pordenone Wecello di Scrofenstein attribuisce alla chiesa di Villanova (“Sancti Odorici de Villanova”) il terreno di cui è circondata perché venga utilizzato come cimitero. Questo documento, infatti, consente di porre con certezza l’esistenza della chiesa nella seconda metà del XIII secolo. In questo periodo la chiesa è dipendente da quella di San Marco di Pordenone; solo nel 1542 riesce a diventare autonoma, venendo eretta in parrocchia. La chiesa ha subito, in epoche diverse, rimaneggiamenti ed aggiunte che, in mancanza di documentazione, non sempre è semplice attribuire ad un preciso periodo; alcune notizie, quindi, si basano solo su supposizioni. Verso la metà del XIV secolo nell'edificio vengono compiuti degli interventi che sembra possibile collocare in un articolato programma di riassetto e ammodernamento. Viene edificata la nuova zona absidale con un ricco apparato decorativo, che stilisticamente richiama molto da vicino l’esempio offerto dal Duomo di Pordenone. Nel 1490, secondo quanto riportato in un'iscrizione un tempo leggibile sull'abside - all'esterno -, e oggi quasi completamente cancellata, vengono eseguite sul paramento esterno della chiesa diverse decorazioni pittoriche e viene rimessa a nuovo la copertura. Nei primi decenni del Cinquecento, forse in vista dell'elevazione a parrocchia autonoma, vengono chiamati ad abbellire l'edificio artisti di fama, quali il Pordenone e il Pilacorte. Per accogliere il nuovo battistero viene costruita sul lato sinistro della navata una nicchia quadrata. Probabilmente nel XVII secolo la chiesa viene rimaneggiata con la costruzione delle due cappelle laterali e della sacrestia sul fianco settentrionale della chiesa. Prima del 1830, però, la sacrestia viene demolita, forse per poter ingrandire l'area cimiteriale, e ricostruita sul lato opposto, dove tuttora si trova; una mappa del Catasto austriaco testimonia la nuova configurazione della pianta dell'edificio. Nel Novecento gli interventi compiuti nell'edificio, ad esclusione della realizzazione nel 1925 della decorazione floreale che riveste le pareti della navata, sono costituiti principalmente da restauri di carattere conservativo. Nel 1938 gli affreschi che decorano gli spicchi absidali e la parete destra del coro, nascosti fino ad allora da imbiancature e strati di calce, vengono parzialmente recuperati. Nel 1959 si procede al restauro dell'affresco raffigurante San Cristoforo presente sul lato esterno meridionale dell'edificio e si decide di abbattere il vano aggettante, in cui è collocato un confessionale, posto a fianco dell'affresco. Negli anni 1983-1984 la chiesa, gravemente danneggiata dal terremoto del 1976, è sottoposta ad un intervento di consolidamento e ristrutturazione. Durante i lavori le aperture presenti in facciata, ai lati del portale d’ingresso, sono ripristinate. Anche gli affreschi che decorano il presbiterio vengono restaurati. Nell’estate del 2017 viene sistemato il manto di copertura dell’edificio e affidato alle cure dei restauratori l’affresco monumentale dedicato a San Cristoforo.
Edificio ad aula unica rettangolare, con nicchia quadrata per il battistero, due cappelle laterali e presbiterio rettangolari, abside trilatera; addossato al lato sud basso corpo di sacrestia a base rettangolare; murature in elevazione in pietra mista coperta da intonaco nel corpo principale e in mattoni a vista nell'abside; tetto dell'aula a capanna, a due falde, con capriate lignee; tetto del presbiterio e dell'abside a volte con costoloni. Sul fianco destro, a ridosso della cappella laterale, sorge il campanile, a pianta quadrata con cella campanaria bifora.
Conservazione beni, La conservazione dei Beni storico - artistici dopo il terremoto del Friuli 1982-1985, in Relazioni, Trieste 1986, 5
Vignando D., La parrocchiale di Sant'Ulderico di Villanova (Pordenone), Università degli Studi di Venezia