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facciata corpo principale
L'ampliamento della Sede comunale segue l’impianto dell'isolato a corte cercando di creare una discontinuità con il sistema lineare delle case-bottega con portico, che caratterizzano l'edificato storico del centro di Pordenone, per rendere evidente la specialità del tipo edilizio. E' evidente l'intenzione di non isolare l’edificio della loggia medioevale di cui Scoccimarro curò il restauro, conservando il rapporto con la cortina edilizia, senza però recuperarne la forma. Nell’ampliamento il ricorso alla tradizione si manifesta nelle due facciate decorate con basamento in intonaco, murature in mattoni a vista (che dichiarano però la loro diversità rispetto a quelle esistenti) e nel disegno dei fori e delle arcate, che riprendono temi consolidati dell'immagine urbana. L'edificio presenta perciò tecniche costruttive tradizionali, con murature portanti e coperture in legno. Tale atteggiamento di mimesi si evince anche negli arredi, nell'apparato decorativo, negli elementi lapidei e nel disegno dei serramenti.
Gli uffici del Comune di Pordenone agli inizi del ‘900 erano localizzati in più sedi: si decise perciò di ampliare l’originaria loggia medievale acquisendo alcuni piccoli edifici privati contermini. La necessità di rifarsi ai temi dello storicismo medievalista imposto dai valori in gioco assunti dalla soprintendenza costrinse Scoccimarro a rinunciare alle forme dello stile Novecento.
La struttura portante è realizzata in muratura continua in mattone faccia a vista. I solai e le coperture sono realizzati con orditura lignea.
Pordenone Novecento, Pordenone Novecento. Guida alle architetture, Pordenone 2016
AA.VV., Cesare Scoccimarro (1897-1953): Trent'anni di architettura, disegno industriale e arredo d'interni, Udine 2013