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L’edificio originario era formato da due elementi fondamentali: il volume della sala per le riproduzioni e la facciata su Corso Garibaldi, caratterizzata da un impaginato rigoroso su cui si concentrò maggiormente l’attenzione progettuale di Muzio. Il basamento a doppia altezza era costituito da una parete con rivestimento bicromo, ove un ampio foro centrale tamponato in vetrocemento era affiancato su ambo i lati da tre portali. Al piano del primo loggiato una finestra continua, segnalava, attraverso il disegno degli infissi, il ritmo della griglia posta a cornice dei fori del secondo loggiato e delle soprastanti false finestre. Il passaggio tra basamento e piani superiori era mediato da una soletta a sbalzo protesa per due metri dalla facciata. Con l'intervento di ristrutturazione, realizzato tra il 1993 ed il 2000, la preesistente sala di proiezione è stata sostituita da un basamento commerciale - direzionale distribuito da una galleria interna, a cui sono sovrapposti tre piani con sei unità residenziali; due livelli sfalsati interrati sono stati ricavati per le autorimesse. All’esterno l’intervento ha interessato i due prospetti liberi: quello ovest, «immerso in un contesto di disordine morfologico e formale», venne risolto con un «prospetto binato che scompone la facciata in due parti uguali e simmetriche »; «[...] la fiancata sud è stata trattata con un disegno privo di ordinamento architettonico secondo una composizione di tipo neoplastico». Alcune alterazioni, quali l’apertura del portale centrale, l’interruzione della finestra continua al primo piano con elementi di tamponamento e l’apertura dei fori dell’ultimo ordine, hanno interessato la facciata su Corso Garibaldi, pur non compromettendo la lettura del disegno originario del partito architettonico.
L'edificio, progettato dall'architetto milanese Giovanni Muzio, venne costruito tra il 1947 ed il 1950. A seguito della chiusura della sala a metà degli anni 80, venne proposta la costruzione di un nuovo edificio con demolizione integrale di quello esistente. Un acceso dibattito promosso dall’Ordine degli Architetti, determinò una variante al piano regolatore che, pur permettendo la trasformazione d’uso della struttura, anche attraverso demolizione e ricostruzione, vincolava la facciata originaria, unica realizzazione di Muzio in Friuli. La società milanese S.E.T.R.I.P., che nel 1947 aveva commissonato la progettazione del cinema a Muzio, decise pertanto nel 1993 di coinvolgere lo Studio Gregotti Associati International per la predisposizione di uno studio di massima. Il progetto fu redatto nel settembre del 1993 con i locali Luciano Claut, Claudio Costalonga, Flavio Zanon, Alfonso Angelillo, Giuseppe Mantia, Brenno Sonego, Stefania Spiazzi. La costruzione, avviata nel 1996, fu ultimata nel 2000.
L’edificio è stato completamente ristrutturato e, quindi, ha subito notevoli modifiche alla struttura portante originaria. Allo stato attuale l’edificio è composto da un telaio portante in c.a. Al piano terra è presente la galleria commerciale che divide l’edificio in due parte inglobando in posizione abbastanza baricentrica rispetto al complesso edilizio la struttura a setti portanti che racchiude i collegamenti verticali che dai piani interrati portano ai diversi livelli della struttura.
Pordenone Novecento, Pordenone Novecento. Guida alle architetture, Pordenone 2016
Bigatton W. / Bordugo M. / Lutman G. / Moranduzzo S., 1945-1995 Architettura nel Friuli Occidentale, Pordenone 1995