Palazzo di Giustizia, Pordenone

Localizzazione
Pordenone (PN)
Oggetto
tribunale
Denominazione
Palazzo di Giustizia
Autore
Cerutti Ezio (1911/ 1990)
Ambito culturale
ambito friulano
Uso storico
tribunale
Uso attuale
tribunale
Codice scheda
A_9313

Il primo progetto del 1964 prevedeva un fabbricato costituito da tre corpi di fabbrica di differente altezza, uniti fra loro a formare una costruzione ad U raccolta attorno ad un cortile interno; un corpo di fabbrica largo 15 metri e lungo 43, rivolto verso viale Franco Martelli, era destinato agli uffici e costituiva il fronte principale del complesso. A lato, un volume più basso, lungo 31,40 metri e largo 12,20, ospitava ambienti annessi alle udienze e distribuiva, attraverso un ampio atrio, l’edificio delle aule di udienza, il quale era concepito come edificio autonomo. A seguito di un progetto di variante, approvato nel 1964, venne aggiunto un secondo corpo di fabbrica per uffici, opposto a quello su viale Martelli ma di identiche dimensioni; l’edificio delle aule d’udienza fu traslato in posizione mediana rispetto al sistema, determinando così la perdita del previsto cortile interno. Il carattere pubblico dell’edificio è espresso dalla solennità della composizione di facciata, in cui vengono reinterpretati i temi del palazzo: nel basamento rustico in pietra, nel corpo rivestito in litoceramica disegnato da una successione regolare di finestre e nel coronamento, accennato dalle basse finestre continue, poste al di sotto della copertura che, in facciata, pare alludere ad un’alta cornice.

Nel 1960 l’amministrazione Comunale avviò la progettazione di un nuovo Palazzo di Giustizia, fino a quel momento ospitato presso il Convento dei Domenicani in piazza XX Settembre,ma inutilizzabile a causa dello stato di degrado e dei danni causati dai bombardamenti bellici. L’architetto e urbanista milanese Ezio Cerutti, che nel maggio del 1959 aveva ricevuto l’incarico di rivedere il piano regolatore della città, elaborò il progetto del nuovo edificio su un’area di proprietà comunale compresa tra viale Franco Martelli, via Rivierasca e via dei Molini. Il primo progetto prevedeva un fabbricato costituito da tre corpi di fabbrica di altezza differente, uniti a formare un complesso ad U attorno ad un cortile interno; un corpo di fabbrica largo 15 metri e lungo 43, rivolto su viale Franco Martelli, era destinato agli uffici, costituendo il fronte principale. Un volume più basso, lungo 31,40 metri e largo 12,20, ospitava ambienti annessi alle udienze e distribuiva l’edificio delle aule di udienza, concepito come autonomo. A seguito di un progetto di variante, approvato nel 1964, venne aggiunto un secondo corpo di fabbrica per uffici, opposto a quello su viale Martelli ma di identiche dimensioni. Nell’intento di monumentalizzare l’edificio, nel 1964 venne indetto un concorso nazionale per il bassorilievo da collocare sulla facciata principale, che fu aggiudicato allo scultore romano Umberto Clementi (1904-88). La costruzione del fabbricato venne ultimata nel 1966.

L'edificio è realizzato con telaio portante in calcestruzzo armato, solai di piano in laterocemento, con nuclei scale con pareti in c.a.

BIBLIOGRAFIA

Pordenone Novecento, Pordenone Novecento. Guida alle architetture, Pordenone 2016

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