Consorzio Isontino Servizi Integrati, Gorizia

Localizzazione
Gorizia (GO)
Oggetto
residenza protetta
Denominazione
Consorzio Isontino Servizi Integrati
Altra denominazione
Asilo nido "Duchessa d'Aosta"
Autore
Baresi Silvano (1884/ 1958)
Uso storico
asilo nido
Uso attuale
residenza protetta
Codice scheda
A_9440
Iscrizioni

facciata principale

L’asilo nido "Duchessa d'Aosta" è collocato presso lo slargo all’angolo tra via Vittorio Veneto e via Garzarolli. Le linee architettoniche dell’edificio sono rigorosamente geometriche. Il corpo originario risulta compatto, a pianta quadrangolare con un incavo sul retro nel quale è ricavata un’ampia terrazza al primo piano e un portico al pianterreno. La parte centrale della facciata principale è caratterizzata dalla presenza di un portico aggettante costituito da pilastri che sorreggono tre archi. L’avancorpo porticato è coperto da un tetto piano. Tra le campate, in alto, sono applicati due medaglioni raffiguranti un bimbo in fasce, così simili ai tondi che Andrea Della Robbia realizzò per lo Spedale degli Innocenti a Firenze verso la fine del Quattrocento. Al piano terra trovano posto il dispensario lattanti, il refettorio materno con annessa cucina, un ambulatorio medico e un reparto di isolamento per malattie infettive. Il piano soprastante è riservato invece all’asilo nido, capace di accogliere 40 bambini in due dormitori. Sono ricavate inoltre due verande di soggiorno, un reparto di isolamento, i bagni e l’alloggio della direttrice. Silvano Baresi, proseguendo nella semplificazione formale del suo linguaggio architettonico, già presente in alcune sue opere dello stesso periodo, riduce i partiti decorativi ai soli contorni dei fori. Infatti, tutte le aperture sono definite da spessi stipiti in mattoni a vista e architravi e davanzali in pietra artificiale, lineari e privi di modanature. Queste linee diventano talvolta passanti, definendo l’intera facciata con una sorta di fascia marcapiano o sottofinestra. Talvolta, invece, queste cornici orizzontali collegano e riuniscono più finestre. Baresi inoltre articola i volumi conferendo simmetria al corpo originario. Introduce il motivo degli archi nel porticato e appiattisce i cornicioni, realizzando una linda sottile e poco sporgente, con delle superfici di copertura piane, appena inclinate per lo scolo delle acque meteoriche. Anche la recinzione dell’area riprende gli stessi materiali impiegati nella costruzione dell’edificio, così come la composizione dei comignoli sul tetto; l’impiego del laterizio a vista rivela la volontà di conferire a questa architettura destinata all’assistenza della maternità e all’infanzia, un’immagine moderna e unitaria. Nei decenni seguenti la struttura viene ampliata con un corpo di fabbrica longitudinale accostato al nucleo originario.

L’asilo nido “Duchessa d’Aosta” viene inaugurato il 5 novembre 1931 alla presenza della duchessa Elena d’Orléans d’Aosta. La duchessa – moglie del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto e fondatrice dell’Opera Nazionale di Assistenza “Italia Redenta” - è la promotrice dell’opera e segue con attenzione tutte le fasi della realizzazione dell’edificio. Anche negli anni a seguire si interessa del funzionamento dei servizi erogati dalla struttura. L’iniziativa asseconda le normative governative che rendono obbligatoria l’assistenza ai bambini illegittimi non riconosciuti dagli zero ai tre anni, alla maternità e all’infanzia. Il nuovo edificio sorge su un terreno in località San Rocco, su cui nella prima metà dell’Ottocento la famiglia Francovig aveva edificato la propria abitazione ed altri edifici ad uso agricolo. Già nel 1890 la proprietà era passata alla contessa Teresa Della Torre, e poi nel 1921, in parti uguali alla contessa Catarina Felissent vedova De Lutti e alla contessa Teresa Felissent sposata con Catenario di Quadri. Nel 1926 parte del fondo viene acquisita dal comune di Gorizia per l’ampliamento della strada pubblica. Nello stesso anno la casa ottocentesca viene demolita e il 26 ottobre 1929 l’amministrazione provinciale stipula il contratto di compravendita delle rimanenti aree. Nel 1931, dai bilanci di previsione dell’amministrazione provinciale di Gorizia, risulta che l’ente possiede un fondo tra le vie San Pietro e Garzarolli. L’intenzione è di costruirvi un istituto di assistenza all’infanzia abbandonata. La spesa prevista è di 350.000 lire. Il progetto dell’opera è dell’ingegnere Silvano Baresi, elaborato probabilmente già nel 1930. Il piano viene autorizzato da Gino Morassi, il presidente della Provincia. I lavori vengono eseguiti dall’impresa edile Zaccaria Lupieri, mentre la ditta Giuseppe Clede si occupa degli impianti sanitari. Alla conclusione dei lavori la spesa complessiva ammonta a 400.000 lire. La conduzione viene affidata ad una direttrice responsabile, ad un direttore sanitario medico pediatra e ad assistenti sanitarie specializzate in pediatria. Negli anni a seguire l’ufficio tecnico comunale affida all’impresa Bruno Veronese i lavori di costruzione di un ricovero antiaereo per la protezione degli ospiti dell’asilo. L’opera sotterranea, ancora esistente, si trova nel giardino antistante l’asilo, vicino all’ingresso principale. Dopo la seconda guerra mondiale l’asilo diventa Istituto Provinciale Assistenza Prima Infanzia. L’edificio viene ampliato con l’aggiunta di una nuova ala in cui viene sistemata la sezione della scuola materna per 16 bambini, trasferita dall’orfanotrofio di Gradisca, e gli alloggi per il personale. Vengono inoltre rimodernati i locali esistenti e le attrezzature sanitarie. Il trasferimento nella sede rinnovata avviene solo nel 1958. Nel 1951 l’istituto accoglie 31 bambini provenienti da Trieste, arrivando negli anni successivi ad ospitarne 70. Nel 1995 l’edificio viene restaurato a cura dell’amministrazione provinciale, su progetto dell’ingegnere Fulvio Finocchiaro. Per anni il complesso ospita il centro diurno dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Fanciulli e adulti Subnormali). La struttura diventa poi la sede del CISI (Consorzio Isontino Servizi Integrati) con la finalità di assistenza dei disabili. Adibito a Struttura Protetta prevede per i propri ospiti la frequenza quotidiana ai centri diurni. L’edificio originario e gli ampliamenti successivi sono circondati da un ampio parco attrezzato e sono dotati di camere di degenza e diversi ambienti comunitari, oltre ai servizi cucina, lavanderia e guardaroba.

Murature in mattoni intonacati con cornici delle aperture in laterizio a vista. Strutture orizzontali in cemento armato. Manto di copertura in guina impermeabilizzante su tetto piano.

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BIBLIOGRAFIA

Mlakar L., L'asilo "Duchessa Anna d'Aosta", in Borc San Roc, 2001, novembre, n. 13

Dove si trova