Alambicco di vetro soffiato incolore con numerosissime bollicine d'aria, molto allungate nel becco. Corpo centrale di forma cilindrica con base concava terminante in un pomolo (ora parzialmente rotto). Larga imboccatura leggermente insaccata e lungo becco applicato, largo alla base e molto sottile all'estremità. (sbrecciata). Macchie e incrostazioni brune su tutta la superficie.
Non risulta per certo che il Convento delle Madri Orsoline, andato di strutto insieme alla loro chiesa sotto i bombardamenti della prima guerra mondiale, avesse una farmacia interna, ma ciò è abbastanza probabile, poiché la maggior parte dei conventi ne erano forniti. A Gorizia si hanno notizie sicure della farmacia delle Clarisse e un accenno a una farmacia dei Padri Gesuiti.
Morpurgo G., Le vecchie farmacie e gli scrittori di cose farmaceutiche in Gorizia, in Studi Goriziani, Gorizia 1929, VII
Cossar R. M., L'industria del vetro nell'alto Goriziano, in Archeografo triestino, Trieste 1926, XIII