Questi utensili presentano una serie di denti, di cui due laterali che scanalano il fondo per un taglio netto. Un utensile presenta un dado saldato alla vite filettata, altri due sono stati forgiati e poi filettati. Sono stati modificati perchè è stato inserito uno spessore e poi sono stati saldati. Ciascuno è dotato del suo galletto per la serratura. L'ultimo, senza galletto, presenta le due metà non saldate.
La parola #'zène# è documentata nel vocabolario Il nuovo Pirona, 1972, p. 1305 a indicare l'"Intaccatura circolare praticata nella lunetta della cassa dell'orologio, nella quale va incastrato il cristallo". Probabilmente la similitudine con la capruggine della botte ha portato all'utilizzo del vocabolo nel campo della falegnameria. Il bene è stato dato in comodato negli anni '80 del 1900 (comodato ufficializzato il 20/3/1995) ed acquistato in data 11/6/2012. E' plausibile che sia stato realizzato da Calligaris, in quanto le fonti orali riferiscono che Tolloi, in grado di realizzare da solo gli attrezzi di cui aveva bisogno, si riforniva delle parti in metallo da Calligaris. Gli utensili non presentano marchi di fabbrica e venivano utilizzati con il caprugginatoio inv. 1485 (scheda 19239).
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