Questa pialla, detta anche pialla per sgrossare, #sgrossino# o #sbozzino#, ha un corpo, chiamato ceppo, a forma di parallelepipedo in legno. Nella parte anteriore è fissato un manico o manubrio sporgente e tornito, chiamato anche #corno#, su cui si appoggia la mano sinistra per guidare e manovrare lo strumento. Nella parte centrale del ceppo è presente un foro da cui escono i trucioli del legno asportati. Verso la parte posteriore due scanalature ospitano rispettivamente il cuneo di fissaggio, o zeppa, e la lama, o coltello. La zeppa serve per tenere fisso il ferro. Nelle pialle a grossare la lama è curva per asportare maggiore quantità di legno. La parte posteriore presenta una curvatura su cui si batte con il martello. La parte inferiore della pialla, detta suola, presenta, nella parte anteriore, una leggera convessità dovuta all'usura.
L'attrezzo non presenta marchi di fabbrica, per cui potrebbe essere stato realizzato da una buona bottega artigiana o da una piccola industria, forse locale. La zona da cui provengono gli oggetti del Museo di Farra si trovava sotto l'impero austroungarico fino agli anni 20 del XX secolo, dopo la prima guerra mondiale. Vista la situazione di confine ed il periodo storico, la pialla potrebbe essere stata realizzato sia nell'attuale Italia, che in Austria, Slovenia o in altri paesi.
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