pialla, splàne

La pialla ha un corpo, chiamato ceppo, a forma di parallelepipedo in legno con angoli smussati nella parte superiore. Nella parte anteriore del ceppo è fissato un manico o manubrio sporgente e tornito, che si inserisce fino alla parte inferiore (suola). Nella parte centrale del ceppo è presente un foro da cui escono i trucioli del legno asportati. Verso la parte posteriore due scanalature ospitano rispettivamente il cuneo di fissaggio, o zeppa, e le lame, o coltelli. Sono presenti due lame in acciaio (da cui il nome): una lama regolabile mediante una vite e una controlama, entrambe arrugginite. La parte posteriore presenta una sporgenza curvilinea per le battute del martello. La suola è concava, per lavorazioni particolari e sporge dal corpo nella parte anteriore.

L'attrezzo non presenta marchi di fabbrica e quindi potrebbe essere stato realizzato sia da una piccola industria che da una bottega. Potrebbe essere stato realizzato e appartenere a Redento Tolloi (1891-1960) di Ronchi dei Legionari, in quanto le fonti orali riferiscono che fosse in grado di realizzare da solo gli attrezzi di cui aveva bisogno e questo, in particolare, presenta una suola concava, adatta a lavori specifici. Inoltre la sua attrezzatura è confluita nella collezione del museo (acquisto 11/6/2012; per altre informazioni vedere la scheda 19221). La pialla potrebbe anche essere appartenuta a Tofful Loris, sempre di Ronchi (donazione 17/1/1994) Botton Emerito (donazione del 14/12/1996), a Concetta Ballaben (donazione 20/11/2002) o Bregant Germano di Lucinicco (donazione 21/10/1996). Altre notizie in Annotazioni.