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Questo morsetto è formato da due pezzi. Il primo, molto lungo, è piegato a L e presenta ad una estremità un piatto saldato che funge da ganascia; nell'altra estremità è rivettato per impedire la fuoriuscita della controganascia. Questa è formata da un pezzo centrale piatto che, da un lato scorre nel primo elemento e, dall'altro, è dotato di un occhio filettato all'interno per ospitare la vite di serraggio. Il piattello tondo all'estremità della vite è snodato per adattarsi alla superficie del pezzo fissato. L'ampiezza del morsetto permetteva la lavorazione di pezzi molto grandi, come ad esempio serramenti.
Il morsetto non presenta marchi di fabbrica e potrebbe essere stato realizzato da una piccola industria, forse locale. La zona da cui provengono gli oggetti del Museo di Farra si trovava sotto l'impero austroungarico fino agli anni 20 del XX secolo, dopo la prima guerra mondiale. Vista la situazione di confine ed il periodo storico, l'attrezzo potrebbe essere stato realizzato sia nell'attuale Italia, che in Austria, Slovenia o in altri paesi. L'attrezzo potrebbe essere appartenuto al falegname ebanista Redento Tolloi (1891-1960) di Ronchi dei Legionari, in quanto la sua attrezzatura è confluita nella collezione del museo (per notizie su Tolloi, confrontare ad es. scheda 19221), oppure a Botton Emerito (donazione del 14/1/1996).
Peressi L., Sclesis di culture materiâl. Aspetti del lavoro e della vita tradizionali in Friuli, Udine 2011
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