macina per solfato di rame, muele pal sulfât di ram

Oggetto
macina per solfato di rame
Altra Denominazione
muele pal sulfât di ram
Cronologia
sec. XX
Materia
legno - pietra - metallo
Misure
cm - altezza 62.5, larghezza 65, profondità 62.5
Codice scheda
BDM_19640
Collocazione
San Vito al Tagliamento (PN)
Palazzo Tullio Altan
Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi

La macina manuale, posta su un banchetto, è composta da due pietre, mole, in posizione orizzontale sovrapposte: quella inferiore è ferma mentre quella superiore, leggermente bombata e con un foro al centro in cui andava inseriti i cristalli da polverizzare, ruota su quella inferiore, azionandola a mano mediante un perno infisso in un foro eccentrico.

La pianta della vite può essere attaccata da numerosi parassiti e pertanto richiede ripetuti trattamenti per prevenirli o debellarli. Il fungo più diffuso, anche se non l’unico, era quello della peronospora e per combatterlo era comunemente usato il solfato di rame (verderame) che, acquistato in cristalli, veniva disciolto in acqua e poi ulteriormente diluito per ottenere una soluzione a cui andava aggiunta della calce. Si otteneva così la poltiglia bordolese che andava spruzzata con le irroratrici sulle viti ben asciutte per favorirne la presa sulla pianta. Era una attività nociva per i contadini, privi di protezioni adeguate.

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BIBLIOGRAFIA

Museo usi, Museo degli usi e costumi della gente trentina., San Michele all'Adige 2002

Scheuermeier P., Il lavoro dei contadini. Cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retoromanza, Milano 1980, 2