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La cortina di Casarsa è documentata a partire dal 1295, quando in un lascito testamentario Villana di Maniago donava all’abbazia di Sesto al Reghena una parte di casa posseduta all’interno della cortina ("racionem domus quam habet in Curtina de Casarsa"). La cortina, come la centa, era un apprestamento difensivo costruito dalla popolazione nei centri o nelle zone periferiche dei borghi. Della cortina di Casarsa non resta praticamente nulla, se non il riferimento del documento sopra esposto e un disegno tratto da una mappa settecentesca, nel quale si può vedere la chiesa di Santa Croce. L’edificio di culto attuale risale al XIV secolo e sostituì la cappella più antica, intorno alla quale si era andato costituendo il nucleo abitato circondato da una cortina circolare, a sua volta protetta da un fossato con acqua; di quest'ultimo si può vedere qualche resto nell’area compresa tra la chiesa e il teatro. Durante il sopralluogo è stato notato anche un lacerto di muro, uno spigolo in prossimità del fossato costituito da ciottoli e laterizi legati con poca malta, che è stato intonacato, affrescato e poi ricoperto di piastrelle: potrebbe trattarsi di un elemento della cortina originaria. La chiesa attualmente si trova in un’area centrale e non riveste il ruolo di chiesa parrocchiale, come avvenuto in altre analoghe situazioni. La sua quota, inoltre, è la stessa del piano di campagna, e non sopraelevata come in altri casi. Accanto alla chiesa si può notare l’ex canonica, oggi sede della biblioteca comunale.
Centa scomparsa quasi completamente, situata nel centro abitato e documentata grazie a un documento del XIII secolo.
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