disegno, Spazzapan Luigi, XX

Oggetto
disegno
Soggetto
ritratto d'artista: Veno Pilon
Autore
Spazzapan Luigi (1889/ 1958)
Cronologia
1924 ca.
Materia e tecnica
carta/ pittura a tempera
Misure
mm - altezza 690, larghezza 410
Codice scheda
D_8
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Disegno su tre fogli assemblati. Ritratto caricaturale del pittore Veno Pilon a figura intera. Indossa giacca e pantaloni, camicia bianca con cravatta e nella mano sinistra trattiene una sigaretta. I toni cromatici sono tutti orchestrati tra i toni bruni, ocra, neri, con tratti bianchi.

“Luis mi aveva crudelmente deriso col suo disegno” ricordava Pilon Veno nell’autobiografia (Na Robu, 1965) riferendosi a questo splendido ritratto benevolmente deformante e che lui, ovviamente, ammirava. Realizzata nel 1924, in simultanea con il ritratto che gli stava facendo Pilon, l’opera non fu esposta alla Prima Esposizione Goriziana di Belle Arti, dove invece fu presentato un ritratto di Pilon meno “espressivo”. Nonostante il minor impatto visivo dell’opera prescelta per l’esposizione, Antonio Morassi aveva dovuto difenderla vigorosamente sulle pagine de «La voce di Gorizia» (29 maggio 1924) sottolineando che “il senso della realtà è afferrato profondamente, pur oltre ogni sensibilità di raffinatezza lineare: il carattere ritratto, talvolta rasentando la caricatura, è reso con infinito accorgimento delle attitudini spirituali”. Alla fine della mostra il disegno fu acquistato da Italico Brass (Aidussina, Archivio della Galleria Veno Pilo, lettera di Pilon a Mesesnel del 20 maggio 1924), cui non era sfuggita la qualità e la potenza espressiva dell’arte di Spazzapan. Danilo Lokar nel romanzo Zagata ni zagata (1975, p. 78-79; si veda Marri 1997, pp. 19-20), liberamente ispirato alla biografia di Luigi Spazzapan, ricordava come nacque l’idea di questo ritratto: “Lo fece sulla tela con tutta la sua statura, ma la sua statura non era alta. Perciò divaricò le gambe. Ma non era questo. Era invece il suo sorriso brioso che sghignazzava a se stesso e se stesso scimmiotta, era questo che lo attirava. E questo fece. Beno [Pilon] stava con le gambe allargate e la faccia, le guance e gli occhi assomigliavano ancor di più ad una bella ciliegia matura. ‘Proprio questo avevo in mente’ si diceva, ‘proprio questo’. Ed era evidente che era riuscito a catturare quello che chiunque avrebbe potuto vedere, ma che pochi avrebbero potuto raffigurare. Ma non era finita qui. Prese il gesso, un bel pezzo grande e decise di ripetere ciò che aveva raffigurato sulla tela. Anche questo si presentava bene, ma aveva un suono diverso, una diversa melodia, che non era così semplice come quella sulla tela. Sentiva che il gesso stava per esplodere, come la ciliegia ridente e sghignazzante che stava per scoppiare”. Il dipinto fu donato da Veno Pilon al Museo della Redenzione il 17 giugno 1934, dopo la chiusura della Mostra Giuliana d’Arte tenutasi alla Bottega d’Arte di Gorizia diretta dall’architetto Luisa Morassi Bernardis. In quell’occasione la tempera, eseguita da Spazzapan nel 1924, era stata presentata per la prima volta e positivamente recensita su «La voce dell’Isonzo» (5 maggio 1934) “per l’arditezza della figura presentata in uno scorcio caratteristico”. Tramite Pilon, lo stesso 17 giugno, anche Luigi Spazzapan donava il ritratto fattogli da Pilon ed esposto nella mostra del 1924: amici e sodali, i due in questo modo sarebbero stati vicini almeno nelle sale del museo della città dove era principiata la loro avventura nel mondo dell’arte. (DELNERI 2009, pp. 357-358) Luigi Spazzapan al Museo della Redenzione "In questi giorni il pittore goriziano prof. Luigi Spazzapan, che risiede a Torino da lunghi anni, dove si è conquistata una soda fama di eccellente pittore, in occasione della sua ultima mostra personale organizzata dalla Bottega d’arte, ha donato al Museo della redenzione, per interessamento del Sindacato fascista Belle Arti, una sua gustosa caricatura rappresentante il pittore Veno Pilon. Questo ottimo lavoro dello Spazzapan va ad arricchire la nuova raccolta delle opere d’arte moderna.”

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Luigi Spazzapan, Luigi Spazzapan, Ivrea 1960

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