disegno, Verzegnassi Gemma, XX

Oggetto
disegno
Soggetto
ritratto di bambina
Autore
Verzegnassi Gemma (1882/ 1971)
Cronologia
1929 ca.
Materia e tecnica
carta/ pastello
Misure
mm - altezza 445, larghezza 405
Codice scheda
D_23
Collocazione
Gorizia (GO)
Musei Provinciali
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Ritratto tre quarti di bambina a mezzobusto. Porta capelli biondi e ricci e indossa un cappotto nero con collo in pelliccia. Lo sfondo è indefinito di colore rosa-azzurro.

L’opera, verosimilmente realizzata dall’artista per essere proposta all’attenzione del pubblico alla II Esposizione goriziana di Belle Arti nel 1929, ritrae a mezzo busto una bambina bionda la cui identità rimane sconosciuta. Il visetto infantile, messo in risalto dai capelli chiari e dal collo in pelliccia del paltò, appare illuminato dallo sguardo intenso rivolto al di fuori dello spazio pittorico. L’utilizzo dei pastelli colorati conferisce all’immagine un tono soffuso, quasi un effetto flou che dissolve i contorni nella luce lasciando inalterati i tratti somatici dell’effigiata dai quali traspare, ad un tempo, la dolcezza del carattere e la vivacità dell’intelligenza. Il dipinto si colloca cronologicamente nel periodo della maturità dell’artista che aveva compiuto la propria formazione a Vienna tra il 1908 e il 1910 e si era recata, in seguito, a Monaco dove fu allieva, dal 1910 al 1914, del ritrattista Walter Thor, co-fondatore del cosiddetto “Gruppo di Luitpold”. Al termine del primo conflitto mondiale, la pittrice si stabilì a Gorizia dove pare che prendesse a seguire, tra il 1925 e il 1930, una scuola privata di nudo. È in questo periodo che Gemma Verzegnassi si avvicinò al gruppo di artisti ed intellettuali vicini al giovane Antonio Morassi, nell’ambito del locale Circolo Artistico, attivo in città dal 1922. Il suo stile pittorico, in quegli anni ancora rivolto al postimpressionismo tedesco, si configurava come un linguaggio tradizionale, rispetto alle ardite sperimentazioni proposte invece, sulla stessa scena espositiva, dal gruppo di artisti avanguardisti capitanato da Sofronio Pocarini e riunito nel Movimento Futurista Giuliano. Nonostante ciò, i suoi delicati pastelli e i suoi quadri ad olio incontrarono sempre il favore della critica e del pubblico di collezionisti ed amatori d’arte. L’opera in questione, giudicata favorevolmente da chi poté ammirarla in occasione della già citata mostra del 1929 (Api [A. PANINI FINOTTI] 1929), riecheggia ancora i modi del maestro monacense Thor per quel suo scandagliare a fondo il moto di spirito che si agita in fondo allo sguardo lucido della ritrattata e per quell’atmosfera rarefatta che circonda la figura di un’aureola di luce. A partire da quel momento, e per tutti gli anni Trenta, Gemma Verzegnassi partecipò con una certa assiduità alle mostre sindacali che furono organizzate nel corso del decennio tra Udine, Trieste e la stessa Gorizia. Nel tempo, la sua pittura si arricchì degli accenti di certo espressionismo nordico indirizzato a cogliere e rappresentare, con impietoso occhio indagatore, le miserie di una realtà sociale in mutamento. Le collezioni museali conservano, della stessa artista, anche il Ritratto di Giovanni Jelinek risalente al 1931. (GRANSINIGH 2007, p. 218). L'opera venne donata ai Musei da Paola Mattioli, nipote della pittrice.

BIBLIOGRAFIA

Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative

Martina M., Gemma Verzegnassi, in Pittrici a Gorizia e nella Regione tra Otto e Novecento, Trieste 1997

Bagatin P. L., Lo sguardo di Gemma Verzegnassi, Lendinara (RO) 1996

Arti Gorizia, Le arti a Gorizia nel secondo 900, Udine/ Gorizia 1987

II Esposizione, La II esposizione goriziana di belle arti, Gorizia 1929

Panini Finotti A., La II esposizione goriziana di belle arti, in L'Isonzo, Gorizia 1929, n. 135, 12 dicembre