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recto, in basso a sinistra: 1242
Disegnata in ovale, la scena è ambientata all'aperto in una radura; pochi arbusti e qualche albero sono visibili ai lati della composizione e sullo sfondo, dove si stagliano su un cielo azzurro. Sulla sinistra c'è un giovane stante, con la gamba sinistra tenuta dietro e quella destra portata in avanti; ha capelli bruni tagliati a caschetto e un abbigliamento di foggia medievale: calzamaglia aderente, scarpe a punta, una corta veste a maniche lunghe e un mantello nero anch'esso corto, rialzato sulla spalla destra a scoprire la veste sottostante. Il giovane sorregge con una mano un lembo del mantello mentre con l'altra impugna la spada e rivolge lo sguardo ad un altro personaggio maschile che, visibilmente ferito, in ginocchio con una gamba tesa in avanti, si appoggia ad una roccia portando la mano destra al petto e guardando a sua volta il giovane in piedi. L'uomo dalla folta barba e dai capelli bruni disordinati veste un corto abito di foggia medioevale, calzamaglia aderente terminante in una soprascarpa a punta; alla cinta gli pende il fodero della spada ed accanto ha lo scudo e l'elmo, appena visibile. Dietro a lui un bambino con una bianca tunica che lascia scoperta una spalla e parte del petto ed un cappuccino con le mani serrate a pugno, con il saio dalle ampie maniche, stretto in vita da una cintola da cui pende un borsellino, ed il cappuccio tirato a coprire il capo, osservano la scena. In secondo piano si staglia sullo sfondo una colonna di pietra su di un alto basamento che presenta sulla sommità due figure inginocchiate e in preghiera al cospetto di una terza, posta su un piedestallo ed appoggiata ad un cerchio decorato da un'aquila in cima.
Il disegno, opera di ignoto, è una libera derivazione alquanto debole e goffa dalla famosa tela di Francesco Hayez raffigurante i Vespri Siciliani, firmata e datata 1846, oggi conservata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma. Ne consegue perciò che il foglio va posto dopo il 1846. Il dipinto rappresenta il drammatico fatto che nel 1282 scatenò la rivolta: un nobile palermitano ferisce a morte il francese Drouet, che aveva insultato sua sorella promessa sposa a Ruggero Mastrangelo, al cospetto di quest'ultima svenuta e di altri personaggi. L'ignoto artista non ha interesse a copiare l'intera scena ma, estrapolando dal contesto i due personaggi principali, cioè il nobile palermitano e il francese Drouet, e fra coloro che assistono al fatto un ragazzo ed un cappuccino, vuole creare una composizione di sapore medioevale, che ha perso completamente il riferimento all'avvenimento storico e che è indicativa della modestia dell'autore.