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recto, in basso: Lor. Prof.e Urbani di Venezia inv.o 1846 // Disegno dello stato attuale e progetto di riforma e proseguimento alla facciata principale del Tempio parrocchiale di S. Geremia profeta di Venezia
verso, in basso a destra: 897/1
Su uno sfondo di cielo grigio-azzurro si staglia la facciata di una chiesa, ergentesi tra un basso corpo di fabbrica delimitato da un muro di cinta e con alcuni alberi davanti a sinistra, e sulla destra un palazzo a tre piani e due logge sovrapposte, scandito da lesene appaiate a due a due e un campanile di pianta rettangolare e tetto piatto . Una lunga e ampia scalinata porta all'ingresso della chiesa che presenta tre portali, sormontati da tre finestroni a mezza luna. Il centrale, di dimensioni maggiori è inquadrato da due coppie di colonne a capitello corinzio, su un alto basamento, lievemente aggettanti rispetto alla superficie muraria, tra le quali ci sono due nicchie con statue, e sormontate da un timpano con alto cornicione modanato, decorato da statue. Altre due colonne delimitano a destra e a sinistra la facciata, sopra la quale sono visibili le mura perimetrali e le coperture dei bracci delle navate e la cupola con alta lanterna terminante in una croce. La parte inferiore del disegno illustra in pianta la facciata della chiesa e gli edifici che la de limi tane. Il disegno è giocato sui toni del grigio, azzurro, beige e verde.
Come si deduce dall'inventario del Museo e dall'iscrizione sul recto questo disegno architettonico è opera di Lorenzo Urbani, architetto, professore nella Regia Scuola Tecnica di Venezia nonché socio d'arte della Reale Accademia Veneta di Belle Arti e corrispondente della Accademia Scientifico-Letteraria dei Concordi di Rovigo. Il disegno con rigorosa precisione raffigura in pianta lo stato, a tutt'oggi attuale, della facciata verso Rio di Cannaregio della Chiesa di San Geremia a Venezia e accanto il progetto di riforma della stessa, progetto ben illustrato in alzato. La fondazione della Chiesa di San Geremia si può far risalire all'XI secolo. Nella seconda metà del Duecento essa viene ricostruita, seguendo l'impianto della basilica paleocristiana con corpo longitudinale a tre navate. Ma nel XVIII secolo l'antica fabbrica viene completamente demolita e sostituita da una nuova che mostra una struttura di versa con pianta a croce greca e bracci simmetrici terminanti in un'abside e cupola centrale all'incrocio dei bracci. Il progetto è opera dell'architetto lombardo Carlo Corbellini e i lavori iniziano nel 1753, prolungandosi per molto tempo fino al 1871, quando la Chiesa viene definitivamente completata con la costruzione delle due facciate marmoree, l'una sul Campo San Geremia e l'altra verso Rio di Cannaregio, grazie alle sovvenzioni del Barone Revoltella. Perciò il disegno, che illustra un progetto mai realizzato, è databile dopo il 1871 quando si è terminata la facciata della chiesa. Resta comunque un punto oscuro rappresentato dalla scritta sul recto che, sciogliendo le abbreviazioni recita: "Lorenzo Professore Urbani di Venezia inventò 1846", dove il n .1846 non può per logica essere una data, visto che la facciata viene completata appena nel 1871, e che forse è un numero di inventario.