margine inferiore: Francesco Colussi Gemonese inventò 1794
in alto a destra: 23/258
verso, sul cartoncino di supporto: 7
Studio per pala d'altare, con scala per l'ingrandimento sulla destra. Madonna in gloria a mani giunte con Gesù Bambino sulle ginocchia. Nella rappresentazione del santo sulla destra le vesti da diacono e la presenza della palma tra le braccia e del sasso sulla testa, a simboleggiare il martirio per la lapidazione, permettono di identificarlo con santo Stefano, mentre chiavi e libro rendono inequivocabile il riconoscimento dell'altro personaggio con san Pietro. Carta color avorio, a grana media. Linee di contorno a inchiostra seppia. Tracce di matita nei panneggi. Campitura ad acquerello seppia e sabbia.
Il disegno è sfato recuperato da Giovanni Cassar nel novembre 1918. Il pittore Francesco Colussi gemonese non è citato nelle fonti e nei principali studi degli storici dell'arte della regione. Nei Musei Civici di Trieste è conservato un ritratto femminile ad olio su tela, opera certa di sua mano, come testimonia l'iscrizione: JACOBA CRACOGNA / UXOR ANTONII CARLI. / ANNORUM 57. PICTUS A FR / CISCO COLUSSI AN: 1798 (inv. n. 13/2892); un'etichetta dice: "La moglie del bisnonno Carli - pittore Colussi di Gemona". Allo stesso pittore si può attribuire il ritratto di Antonio Carli (inv. n. 13/3091) anche se non firmato, perché costituisce una coppia con il precedente, l'iscrizione dice: 1798 / ANTONIUS CARLI / ANNORIM 56.