disegno, Mitri Ernesto, XX

Oggetto
disegno esecutivo
Soggetto
figura femminile seduta
Autore
Mitri Ernesto (1907/ 1978)
Cronologia
1959
Materia e tecnica
carta/ carboncino
Misure
mm - altezza 1000, larghezza 620
Codice scheda
D_1314
Collocazione
Udine (UD)
Laboratorio Milan
Collezione privata Milan Roberto
Iscrizioni

in basso a destra: E Mitri

Nella parte superiore è rappresentato il tino della birra con dentro gli arnesi del birraio tra una spiga di orzo e una di luppolo, gli ingredienti della birra. In basso tra orzo e luppolo una figura femminile egiziana seduta di profilo regge in mano un bicchiere di birra. Il disegno è il più piccolo di quelli relativi al pannello.

Il disegno schedato fa parte dei lavori di decorazione per il nuovo arredamento della birreria Moretti in viale Venezia, eseguito per celebrare il centenario di fondazione dello stabilimento di birra. Fu eseguito contemporaneamente ai pannelli "La festa della mietitura dell'orzo" e "Gambrinus re della birra", a quelli per le maschere e i "Buongustai della birra". In appunti non datati scritti di pugno da Mitri, l'artista lo indicò come " disegno in chiaroscuro/ rappresentante lo stemma della/ birra insieme con figura egizia/na m.1 h x 0.50 l ". La sua particolare importanza è ribadita nelle fatture dove è descritto singolarmente come "1 disegno in chiaroscuro, (al vero) del legno/ scolpito, raffigurante lo stemma della birra/ con figura mtr. 0.50 x 1" (Fattura, Udine 3/ 6/ 1960; Fattura, Udine 6/ 5/ 1960"). Il disegno fu dunque eseguito in scala 1 a 1 e venne pagato 10.000. Il legame tra la figura egiziana e lo stemma della birra, un tino con gli arnesi del birraio circondato da una spiga d'orzo e da una di luppolo, si spiega con il fatto che furono proprio gli egiziani a produrre per primi la birra. La parte superiore del pannello con lo "stemma della birra" può essere confrontata con gli sbalzi in rame della stemma birreria realizzati dall'officina Tremonti. Vi compare infatti la medesima disposizione e le spighe di orzo e luppolo. Più interessante appare la figura femminile egiziana tra una spiga di orzo e una di luppolo, rappresentata di profilo con la dislocazione spaziale tipica dell'arte faraonica e la caratteristica pettinatura a caschetto. Mitri riprese infatti la stilizzazione arcaica presente nei graffiti di Codroipo, nel mosaico raffigurante "La Famiglia preistorica" (1935) e nei rilievi in pietra della tomba Albini a Cividale (1936). Come nota Franca Merluzzi, Mitri riprese dunque il novecentismo di tipo "arcaico" con chiari riferimenti alla pittura egizia, da lui sperimentato negli anni Trenta. Come nota la Merluzzi, le figure schematiche della tradizione egizia erano di facile comprensione e si adattavano alle funzioni decorative, soppiantando in questo caso la ripresa del grottesco. La descrizione dell'abito e dei gioielli è però lontana dall'essenzialità novecentista e si connette con lo stile piacevolmente illustrativo usato con successo nella decorazione degli ambienti pubblici. Nell'archivio Mitri sono conservati numerosi schizzi preparatori al disegno con numerose varianti dell'egiziana, che s pezzo compare stante con il tino sulla testa a mo’ di canefora (schizzo preparatorio, matita su carta, 33x 22). Il disegno fu eseguito con alcune varianti nella rappresentazione della donna egiziana: in fase esecutiva Pietro Milan cambiò l'acconciatura con i capelli lunghi con il casco di capelli egizio, eliminò le stelle disegnate sul vestito, trasformò la fascia attorno al collo in collana e aggiunse quattro bracciali. Il disegno mostra l'abilità disegnativa di Ernesto Mitri che, con un segno di contorno funzionale, riusciva a cogliere l'essenzialità dei volumi, qui evidenziati dal chiaroscuro. Il disegno commissionato da Lao Menazzi Moretti fu consegnato a Pietro Milan, intagliatore, grande amico e collaboratore di Mitri. Egli tradusse fedelmente in intaglio il disegno, che si trova tuttora nel laboratorio.

Leggi tutto