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in basso a destra: Spazzapan
Sul fondo azzurro del supporto, si delineano le forme geometrizzanti individuate da linee rette che si intersecano e si spezzano formando improvvisi angoli acuti a scompartire lo spazio pittorico del dipinto.
A partire dalla seconda metà degli anni Quaranta, Spazzapan mostra di volersi riappropriare di schemi strutturali di matrice astratta, rilevabili sia nel recupero di stilemi matissiani, sia nel ritorno a forme geometriche pure. Tale tendenza, è stata interpretata spesso dalla critica come una ripresa da parte del pittore dell’astrattismo futurista a cui aveva aderito negli anni Venti a contatto con le suggestioni figurative dell’ambiente goriziano dell’epoca e che gli aveva consentito di partecipare con il successo segnato dalla medaglia d’argento all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industrielles Modernes svoltasi a Parigi nel 1925. Questa lettura è stata avvalorata anche da Spazzapan che ha datato 1924 una tempera dal titolo Composizione geometrica n. 2 di fatto realizzata nel 1946 (A. IMPONENTE (a cura di), Luigi Spazzapan 1889-1958, catalogo della mostra di Roma, Milano 1990, tav. 53). In realtà, la matrice astratta di queste opere appare depurata dagli intenti decorativi e dinamici che invece erano presenti nella produzione giovanile, per attingere piuttosto ad una sintesi strutturale dell’immagine partendo da un problema di spazio e di organizzazione della composizione. Non si deve, del resto, dimenticare che erano quelli gli anni in cui Spazzapan si era legato d’amicizia con gli scultori Umberto Mastroianni e Franco Garelli e, come loro seppur per vie diverse, dimostrava di voler ridiscutere gli assunti della poetica picassiana, sulla quale in quel periodo vertevano i nodi cruciali della questione artistica internazionale. La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1950 con nove opere inaugurerà una nuova fase di successi per il pittore che all’esposizione del 1954 otterrà l’onore di una mostra personale cui fecero seguito altri importanti riconoscimenti tra cui, nello stesso 1954, l’assegnazione dell’incarico di insegnamento di Decorazione alla Scuola d’Arte di Modena e, nel 1956, a quella del Liceo Artistico di Torino. Si tratta dell’ultimo periodo creativo di Spazzapan che la morte improvvisa coglierà nel capoluogo piemontese nel 1958, all’apice del proprio successo personale conseguito con le ultime ricerche nel campo della pittura informale. Il dipinto in questione proviene dalla collezione della scultrice Jetta Donegà amica e compagna del pittore nell’ultimo decennio della sua attività. (GRANSINIGH 2007, p. 214)
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Luigi Spazzapan, Luigi Spazzapan verso l’ultima astrazione opere 1948-1958, Gradisca d'Isonzo (GO) 2004
Arti Gorizia, Le arti a Gorizia nel secondo 900, Udine/ Gorizia 1987
Alberti S./ Dragone A., Spazzapan, Firenze 1981