sotto entrambi i ritratti: Busato del.
in basso a sinistra sotto il ritratto di Petrarca: N.° 205.
in basso a destra sotto il ritratto di Laura: N.° 206.
all'interno del fascicolo su un foglio incollato lungo il margine sinistro al ritratto di Petrarca: E' tradizione nella Nobile Famiglia Vicentina/ da Porto, che gli Originali di questi Ritratti del/ Petrarca, e di M. Laura, alti un metro, e larghi la metà,/ di proporzioni un pò ppiù che naturali, e di maniera/ tizianesca, adornassero la stanza, nella sua Villa di/ Montorso, di quel Luigi, che ivi scrisse la Novella di/ Giulietta, e Romeo, e morì l'an. 1529./ Il Conte Antonio da Porto li fece riparare l'/ an. 1822, e riporre in una Camera del suo Palazzo di Vicenza./ Nel rovescio del Quadro del Petrarca è scritta questa/ Sestina/ Questo Ritratto del Petrarca stava,/ Con quell'altro di Laura ivi simile, Nella stanza in Montorso, ove abitava/ Quel Luigi da Porto uomo gentile,/ Che il primo di narrar ebbe la gloria/ Di Giulietta, e Romeo la flebil Storia.
sull'etichetta incollata sul piatto di copertina del fascicolo: Al pregiatissimo Amico/ DOMENICO de ROSSETTI/ Francesco Testa/ l'an. 1829
Francesco Petrarca di profilo sinistro, si erge a busto intero dietro un basso davanzale, sul quale appoggia una mano che impugna un compasso, mentre con l'altra tiene un libro aperto appoggiato su un tavolo davanti a sè. Dietro la figura del poeta, che indossa la cappa e la corona d'alloro, un ampio tendaggio. Laura è colta frontalmente, a busto intero che si erge dietro un basso parapetto. Con la mano sinistra sorregge un piccolo vasetto, con la destra un libro, e nell'abbigliamento e nella posa riflette la nota iconografia laurenziana (sull'iconografia laurenziana vedi la scheda OA 51399). Anche alle spalle di Laura c'è un tendaggio.
I due disegni, firmati dal pittore, scenografo e disegnatore vicentino Giovanni Busato, facevano in origine parte della sezione iconografica della raccolta petrarchesca, come documenta l'Hortis (1874) che li cita per l'appunto tra gli esemplari della sezione iconografica della collezione, quando era già entrata a far parte del patrimonio della Biblioteca Civica. Ma agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento per volere di Aldo Tassini furono catalogati impropriamente tra i manoscritti (cfr. Nodari 2005), ed ecco perchè sono menzionati anche da Stefano Zamponi nel suo catalogo sui manoscritti petrarcheschi della Biblioteca Civica del 1984, all'interno dell'Appendice I. I due fogli, eseguiti in matita di grafite da un allora giovane Busato, sono inseriti in un fascicolo dal piatto di copertina rigido che presenta un'etichetta con la scritta "Al pregiatissimo Amico/ DOMENICO de ROSSETTI/ Francesco Testa/ l'an. 1829". Perciò essi furono donati nel 1829 dal noto letterato vicentino Francesco Testa (Vicenza 1761-1846), e quest'amicizia è una ulteriore conferma della rete di conoscenze che il Rossetti aveva tra intellettuali e letterati. L'erudito triestino pose in calce ai due disegni la numerazione 205 e 206, attigua a quella apposta sul rilievo marmoreo di Mino da Fiesole (N.° 207), che documenti attestano sia giunto in suo possesso nel marzo 1829 (cfr. Nodari 2005). Come c'è scritto all'interno del fascicolo, i due fogli copiano due ritratti di Petrarca e Laura attribuiti a Scuola tizianesca del XVI secolo, che in quel tempo si trovavano nella casa di Antonio da Porto a Vicenza e che nel Cinquecento appartenevano a Luigi da Porto (Vicenza 1485–1529), scrittore e storiografo italiano, autore della "Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti", pubblicata nel 1530 circa, che scrisse nella pace della sua villa di Montorso Vicentino. La storia racconta del tormentato amore di Romeus e Giulietta, da cui William Shakespeare trasse in seguito ispirazione per la sua più famosa tragedia, Romeo e Giulietta. Il Ritratto di Petrarca è forse da riconoscere nel n. 747 dell'Inventario e estimo della Libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto da Giovanni Enrico Schubart e da Gaetano Merlato nel 1842-1843 (PETR. Ms I 76) dove si legge: "747. Disegno a contorno. Disegno Ritratti del Petrarca con cappa e laurea, tiene un libro aperto dinanzi a lui, colla destra, nella sinistra ecc. ecc." Dato che Schubart e Merlato parlano di "Ritratti", si può supporre che abbiano tralasciato la descrizione di quello di Laura. Di recente i due disegni sono stati menzionati da Trapp (2001) e da Nodari (2005).
Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005
Trapp J. B., Petrarch's Laura: the portraiture of an imaginary beloved, in Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, 2001, LXIV
Zamponi S., I manoscritti petrarcheschi della Biblioteca Civica di Trieste, Padova 1984
Hortis A., Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Aggiuntavi l’iconografia della medesima, Trieste 1874
Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005