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Tre scheletri, uno accanto all'altro, portano sulla testa un cappello con la tesa. Sono resi in modo stilizzato e si stagliano su un fondo dato con pennellate nere. Sopra di loro sembrano poggiare dei rami d'albero che identificano un bosco.
Questo disegno, come gli altri due di analogo soggetto delle collezioni goriziane (cfr. inv. 058/06 e 063/06), fa parte della famosa serie degli “Scheletri” di Luigi Spazzapan realizzata a Torino nel 1931. Si tratta di 15 fogli di carta, più o meno tutti delle stesse dimensioni, in cui l’artista, con piglio grottesco e dissacrante, anima scenari cittadini o silvani con scheletri vestiti in abiti eleganti. Questa serie, coeva e paragonabile stilisticamente ai “Mangiatori di lische”, mostra come Spazzapan sfiori l’ironia e il sarcasmo con un tema apparentemente macabro, quasi a voler dimostrare con questi soggetti di matrice espressionista la sua personalità anticonformista, delineatasi non solo negli anni goriziani ma anche al suo arrivo a Torino. Tali disegni sono tra le prime produzioni grafiche realizzate nel capoluogo piemontese, raggiunto dal pittore goriziano nel 1928, su invito dell’amico architetto Umberto Cuzzi per la decorazione del padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale di Torino, incarico che poi non gli venne affidato. Tra il 1929 e il 1930 Spazzapan fu vicino al “Gruppo dei Sei” e conobbe Lionello Venturi, che non solo acquistò alcuni dei suoi disegni, ma soprattutto ne esaltò la vena illustrativa nella sua produzione grafica. Questi primi anni torinesi si caratterizzarono infatti nella produzione di disegni a china acquerellata, i cosiddetti lavis, esposti alcuni a Milano alla galleria il Milione nel 1931 e alla galleria Codebò di Torino, con presentazione proprio del famoso storico dell’arte. I temi sono vari: alcuni di stampo naturalistico come cavalli, nudi femminili, autoritratti e ritratti di amici, altri per l’appunto di carattere espressionista come le serie di “Scheletri” e “Mangiatori di lische”. Il disegno in questione è stato ritenuto una seconda versione del soggetto “Scheletri nel bosco”, in cui nella prima redazione vi è, in composizione orizzontale, la stessa presenza dei tre scheletri che si stagliano in modo più marcato all’interno di un corrusco bosco tratteggiato con ampie pennellate nere (Alberti - Dragoni 1981, p. 129, n. 211). Il tema degli “Scheletri” fu ripreso da Spazzapan nel 1945 con composizioni più ampie e dal tratto più sommario e meno calligrafico (cfr. tav. 1 in: Luigi Spazzapan: la collezione di Jetta Donegà, Torino, 1991).
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Alberti S./ Dragone A., Spazzapan, Firenze 1981
Marchiori G., L’avventura fantastica di Luigi Spazzapan, Gorizia 1970
Luigi Spazzapan Jetta Donegà, Luigi Spazzapan. La collezione di Jetta Donegà, Torino 1991