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recto, in alto su un cartello retto da un uomo: CARISSIMO SIGNOR BARBA / ZIO TONIN
recto, a destra entro uno stendardo: VENEZIA / 27 / DICEMBRE / 1849
botte a sinistra; davanti alla stessa botte; botte a destra: CARNEVALE / 1850 // 1850 // AZ / 1850 / A.N.
recto, al centro entro lo stendardo: Vengo alla fine con questa mia umilissima a ringraziarla / CARISSIMO SIGNOR BARBA ZIO TONIN DI TANTI OBBLIGHI E DI TANTI / disturbi che vi dò continuamente e che vi ho dato, e che vi darò, in/ AVVENIRE. IO DA MOLTO TEMPO CI AVEVO PROMESSO DI SCRIVERLI QUALCOSA DI / bizzaro perciò adesso con questo mio folio vi faccio vedere che non / MANCAI DI RICORDARMI, MA CHE ASPETTAI IL TEMPO OPPORTUNO / ONDE CON LA MIA PENA FARLI/ UN PICCOLO ATTESTATO DEL MIO ATTACCAMENTO / e delle mie prommesse / E DI PIÙ AVVICINANDOSI IL / NUOVO ANNO 1850 MI CREDO DI / DOVERE DI NON MANCARE DI AUGURARLI CON TUTTO / QUORE OGNI BENE CHE / DESIDERA IN OGNI COSA DI QESTA VITA. E / LUNGA FELICITÁ ECC. RESTO RITROVERÁ NEL ALTRA/ PAGINA".
verso entro la bandiera retta dal giovane in primo piano sulla sinistra in abito di foggia medievale: Carissimo Signor Barba Zio vi auguro tutta la felicità che mai si può augurare, e che si diverta / che stia allegro così per terra e così per mare, di giorno di notte in alto e a basso, con gli uomini / e con le donne che sia sempre del suo buon umore, che beva bene che mangi meglio / che non si affatichi, che non si riscaldi e che non si diverta troppo pocco / Insomma se tutto quello sì io gli vorrei augurare lo scrivessi non ci / basterebbe questo foglio. Mi ristringo per ciò ai più distinti / e amorosi saluti che gli ha dato e darà sempre il suo / affezionatissimo nipote
verso, sulla banda sul petto giovane in primo piano: FELICE AUGURIO
in basso al centro sopra il piatto di copertina di un grande libro: IL SUO AFFETTUOSISSIMO / NIPOTE / Giuseppe Lorenzo Gatteri
Sia il recto che il verso presentano una composizione affastellata da vari personaggi, alcuni in abiti di foggia medievale o settecentesca, altri in costumi carnevaleschi, altri ancora colti con vena caricaturale, tutti sorridenti in un tripudio di allegria, accanto a strumenti musicali, armi, libri, botti di vino a sottolineare il carattere ludico e affettuosamente canzonatorio del disegno, eseguito per una destinazione privata.
Il disegno fu acquisito nel 1934 da Ugo Tavasani con una attribuzione a Giuseppe Lorenzo Gatteri, attribuzione confermata dalla firma apposta dall'artista all'interno della parte figurata sul verso. Si tratta di una composizione augurale dedicata dal giovane Gatteri allo zio Tonin, denominato Barba che in dialetto veneziano significa appunto zio, che l'artista ringrazia del suo aiuto affettuoso e al quale augura ogni bene per il nuovo anno che sta per giungere, il 1850. Il disegno presenta infatti sul recto la data "Venezia 27 dicembre 1849", scritta sullo stendardo a destra, e conferma che l'opera fu eseguita dal Gatteri ventenne, quando era ancora allievo dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, città dove si può presumere abitasse lo zio dell'artista.