Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
in basso a destra: Giovanni Mayer
Copia di un tTorso del tipo dell'Afrodite di Cnido, una delle opere più famose di Prassitele andata perduta ma tramandata in molte copie. L'artista delinea con precisione la figura, sfruttando la tessitura granulosa della matita per la resa dei rilievi plastici chiaroscurali e accennando con lievi tocchi di gesso bianco ai rilievi luministici.
Il disegno, donato ai CMSA dalla vedova di Giovanni Mayer, è firmato dall'artista. Dell'Afrodite di Cnido esiste un esemplare romano di epoca imperiale databile al II secolo dopo Cristo, conservato al Louvre (inv. Ma 2184, cfr. Pasquier - Martinez 2007). Il foglio è da porre negli anni della formazione dell'artista all'Accademia di Belle Arti di Brera, che frequentò dalla fine del 1882 al 1890, seguendo i corsi di Ornato, Elementi di Figura, Prospettiva, Anatomia e Scuola di nudo. Sotto il profilo stilistico e tipologico il foglio è assai affine a due altri disegni di copia del Mayer conservati ai CMSA, uno raffigurante un Busto di Lucio Vero (10/1390) e l'altro un Busto maschile (10/1391). Quest'ultimo è firmato dall'artista e datato Brera 1886, datazione che presumibilmente si può avanzare anche per questo disegno. L'artista può aver copiato l'opera da una stampa o forse si può supporre che abbia visto e studiato una copia in gesso della scultura, presumibilmente presente tra i gessi braidensi, una raccolta di calchi in gesso di statue e bassorilievi tratti da opere antiche e di epoca rinascimentale.
Praxitèle, Praxitèle, Paris 2007