disegno, Tiepolo Giambattista, XVIII

Oggetto
disegno
Soggetto
caricature maschili, figure maschili, animali: uccelli
Autore
Tiepolo Giambattista (1696/ 1770)
Cronologia
1753 ca. - 1762 ca.
Materia e tecnica
carta/ penna, inchiostro bruno, acquerellatura
Misure
mm - altezza 218, larghezza 167
Codice scheda
D_8956
Collocazione
Trieste (TS)
Villa Sartorio
Civico museo Sartorio
Iscrizioni

Il personaggio, di cui Giambattista redige un impietoso ritratto caricaturale, è raffigurato di profilo verso sinistra con un’elegante marsina e una voluminosa parrucca. Sullo sfondo compaiono altri studi: in alto a destra una finta statua, che ricorda le prove per gli affreschi di Villa Loschi al Biron; in basso a destra una testa di fantasia di anziano orientale; in basso a sinistra in posizione verticale uno studio di sovrapporta. Al verso sono delineati cinque studi di piccioni (o corvi), disposti in modo casuale, e il profilo di un nobile con parrucca.

Il disegno fa parte del gruppo delle maschere e caricature. I Tiepolo nei loro disegni di caricature prendevano di mira tipologie umane che andavano dal nobile altezzoso intabarrato al giovane elegante cicisbeo, dal frate goloso e corpulento allo studioso occhialuto. Vigni sottolinea come queste mettano in luce sia i difetti fisici che le debolezze morali dell’uomo: vizi e costumi narrati in modo bonario e scanzonato, ma a volte anche tagliente e irriverente. Si conoscono circa trecento caricature tiepolesche, un numero cospicuo, probabilmente in origine raccolte in album (come fanno supporre gli angoli tagliati di alcuni fogli) poi smembrati nel corso dei secoli. Molte di queste caricature sono entrate in vari musei grazie alla munificenza di collezionisti, come i trenta fogli della collezione Sartorio: appartenenti in origine alla collezione Viviani, rappresentano maschere e caricature e sono di diverse dimensioni, stile, cronologia e alle volte anche di diversa attribuzione (alcuni studiosi le attribuiscono in gran parte a Giandomenico, mentre Vigni le assegna principalmente a Giambattista); per la datazione, invece, è diffusa l’opinione che esse siano state realizzate tra il ritorno da Würzburg e la partenza per la Spagna, ossia tra il 1753 e il 1762. Il disegno in esame - in cui è stata in varia misura riconosciuta anche la mano del figlio di Giambattista, Lorenzo - era probabilmente uno di quei fogli di schizzi che l’artista usava completamente, fino a quando non rimaneva più alcuno spazio. Tutto il foglio è infatti stato riempito e la carta è stata piegata in quattro come se il disegno fosse stato ripiegato per portarlo in tasca.

BIBLIOGRAFIA

Vigni G., Disegni del Tiepolo, Trieste 1972