Clorinda Gioan Sartorio è ritratta a mezza figura, posta di tre quarti verso destra. La donna volge lo sguardo verso l'osservatore e indossa un vestito azzurro abbottonato fino al collo e impreziosito da un colletto bianco di pizzo; un manto scuro le copre le braccia.
Clorinda Gioan nacque nel 1807 a Nizza, dove i suoi genitori possedevano una casa di commercio che aveva avuto dei rapporti di lavoro con i Sartorio. Appena quindicenne sposò Michele, un membro di questa famiglia, e, contestualmente, porto con sé pure il fratello Paolo, destinato a svolgere un tirocinio formativo. La vita della giovane sposa non fu caratterizzata da particolari avvenimenti e, allo stato attuale delle ricerche, e possibile solo stabilire che la coppia non ebbe figli e si limitò ad abitare presso le dimore dei Sartorio a Trieste, condividendo le esperienze degli altri esponenti della famiglia. Il marito fu membro della Direzione della Societa Triestina di Belle Arti e fu collezionista di opere di Cannella, Gilio, Dusi, Bosa e Podesti. Con la moglie partecipò, invece, all’Unione Patriottica Triestina di Soccorso. Nel 1866 Clorinda rimase vedova e fece ritorno nella sua città natale, mantenendo però i legami con il porto giuliano, soprattutto dal punto di vista finanziario. Nel 1891 possedeva ancora azioni dello Stabilimento Farine di Fiume e quattro anni dopo, in una lettera inviata a Trieste dal fratello Francesco, viene descritta come molto invecchiata. Orientativamente Clorinda potrebbe essere morta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Pervenuto ai Coronini insieme ad altre immagini di famiglia, il piccolo disegno aveva evidentemente un valore affettivo perché Clorinda era stata la madrina di battesimo della nipote, Carolina Ritter von Zàhony, nonna del conte Guglielmo. Il ritrattino ad acquerello fu realizzato, con ogni probabilità, da qualche artista attivo sulla piazza triestina, che forse copio un altro ritratto di Clorinda, dipinto da Hauser nel 1857 (CMSAT, inv. 20243): tra le due opere, in effetti, sono riscontrabili delle assonanze dal punto di vista compositivo e per quanto concerne la foggia degli abiti. Tale confronto rende possibile l’ipotetica datazione.
Geroni L., Schede, in Donne allo specchio. Personaggi femminili nei ritratti della famiglia Coronini, Gorizia 2017
Geroni L., Schede, in Neoclassico e Biedermeier dalle collezioni Coronini Cronberg di Gorizia, catalogo della mostra a cura di, Gorizia 2004